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Dal mito di “Rombo di Tuono” targato Brera alle doppiette di Gigi Piras e Marco Sau

I precedenti tra Inter e Cagliari in terra lombarda

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Domenica pomeriggio il Cagliari farà visita all’Inter. Sono 35 i precedenti in terra lombarda tra rossoblù e nerazzurri. Soltanto 5 i successi dei sardi, 9 i pareggi, mentre ben 21 le vittorie dei milanesi. I padroni di casa hanno siglato 69 gol; quasi la metà i sardi (34).
Il primo anno in Serie A del Cagliari coincise con una sonora sconfitta contro i nerazzurri: 3-0 senza se e senza ma, con reti di Bedin e doppietta di Suarez.
I successivi due anni altrettante debacle, per 2-0 (Bedin e Facchetti) e 2-1 (vantaggio di Riva, poi Jair e Cappellini). La prima vittoria rossoblù giunse nella stagione ‘67/68, in maniera alquanto singolare. La partita, conclusasi 3-0 per i nerazzurri, venne data vinta ai rossoblù a tavolino, col risultato di 0-2.
L’anno che precedette lo scudetto dei sardi fu larga la sconfitta per i colori rossoblù: 4-0, in virtù delle reti di Facchetti, Spadetto, Mazzola e Domenghini. Anche nel ‘69/70 l’Inter riuscì a infliggere al Cagliari una delle rare sconfitte di una stagione esaltante. La partita terminò 1-0 (gol dell’ex Boninsegna).
Storica, invece, fu la vittoria per 1-3 del 19 ottobre 1970. Le marcature portarono le firme di Mazzola per i nerazzurri, per il Cagliari Domenghini e soprattutto Gigi Riva, che dopo la doppietta divenne “leggenda”. Queste le parole che gli dedicò il giornalista Gianni Brera al termine della partita: “Il Cagliari ha subito infilato e umiliato l’Inter a San Siro. Oltre 70.000 spettatori. Se li è meritati Riva, che qui soprannomino Rombo di Tuono”.
Il secondo successo rossoblù arrivò tre anni più tardi. Era la stagione ‘73/74, e gli ospiti violarono il Meazza col risultato di 0-1 (rete del solito Riva).
Tra due 4-1 per l’Inter, accompagnanti da un’altra vittoria per 1-0, si colloca uno scoppiettante pareggio: 3-3, nella stagione ‘79/80. Le marcature furono di Muraro, Oriali e Altobelli per i padroni di casa; gli ospiti segnarono con Selvaggi e dovettero ringraziare i nerazzurri per due autogol (di Baresi e Mozzini).
Un’altra, splendida vittoria in terra milanese risale al campionato ‘81/82. Il Cagliari vinse 1-3, e mattatore del match fu Gigi Piras, autore di una doppietta. Di Quagliozzi l’altra rete sarda; gol della bandiera di Bagni.
Dopo due successi dei padroni di casa e tre pareggi, di cui l’ennesimo 3-3 nel gennaio 1994 (vantaggio di Oliveira e Pusceddu, pari in virtù alla doppietta di Ruben Sosa, Dely Valdes e all’ultimo Fontolan), giunse la terza vittoria sarda: 1-2 nel ‘94/95, grazie ai gol di Dely Valdes e autorete di Paganin. Gol dell’Inter firmato Ruben Sosa.
Sonore sconfitte, per 4-0 e 5-1, vennero intervallate da un pareggio nella stagione ‘96/97: 2-2. Per i padroni di casa reti di Ganz e rigore di Djorkaeff. Risposero Muzzi e Dario Silva.
Dal successo nella stagione ‘94/95 i rossoblù non sono stati più capaci di conquistare l’intera posta in palio. Sono giunte sconfitte rotonde (3-0 nel 2009/2010), altre frutto di match più combattuti (3-2 nel 2005/2006, con reti di Esposito e Suazo).
Nel 2008/2009 fu pareggio: rete di Acquafresca ed esordio, complici le squalifiche di Lopez e Bianco, del duo Canini-Astori, che si sarebbe reso protagonista gli anni a venire.
Due stagioni fa Marco Sau fu autentico mattatore, timbrando due volte il cartellino nel match pareggiato 2-2. Astori firmò il pareggio nerazzurro con un autogol; la partita era stata sbloccata da Palacio.
Lo scorso febbraio, dinnanzi agli occhi del neo patron interista Thohir, i sardi hanno bloccato ancora sul pari la squadra di casa: vantaggio di Pinilla su rigore e Rolando.
Domenica sarà una partita speciale per il presidente Giulini, milanese di nascita e con un passato nel club nerazzurro ma sardo d’adozione. Chissà se arriveranno i primi tre punti da lui auspicati: sarebbe una autentica boccata d’ossigeno per la società rossoblù e una botta di adrenalina per tutto l’ambiente, tifosi compresi. Prepariamoci, dunque, a una vera e propria impresa, dopo un digiuno lungo quasi 20 anni. Bisogna crederci, ora più che mai.

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