L'ex responsabile del settore giovanile del Cagliari e ora coordinatore delle squadre giovanili del Milan, Mario Beretta, ha parlato ai microfoni della Gazzetta Dello Sport.
Tra i principali argomenti trattati, la sua esperienza in Sardegna e quella che attualmente sta svolgendo presso il club presieduto da Paolo Scaroni.
Ecco le sue dichiarazioni:
"L'avventura a Cagliari? A Cagliari ho trascorso tre anni fantastici. Con il presidente Giulini ho un ottimo rapporto, ci sentiamo ancora. In Sardegna ho iniziato a lavorare con i giovani. Ora in panchina non tornerei più.
Bilancio del mio operato al Milan ad oggi? Sono moderatamente soddisfatto. In pochi mesi è difficile dare un’impronta vera, ma sono felice che la mia visione corrisponda a quella della proprietà . Una bella condivisione. Sono contento perché, in generale, è stata intrapresa la strada che voglio. Il focus è prima di tutto l’individuo, perché è il singolo che poi arriva al traguardo.
Occorre lavorare sulla qualità individuale dei giocatori, tecnica e tattica, sulla mentalità da Milan, il rispetto per il club, gli aspetti educativi. I ragazzi devono avere un’educazione e imparare sacrificio e senso di appartenenza. Senza l’aspetto educativo un giocatore non si può dire formato.
Queste sono le linee guida generali, con una regola di campo importante: non sono i giocatori che devono adattarsi al sistema di gioco, nemmeno a quello usato in prima squadra. Ma il contrario.
L’obiettivo è dare almeno un giocatore ogni anno alla prima squadra. Stiamo lavorando per creare altri Cutrone e Donnarumma".