Il Torino vuole tornare “Grande”. Forse non sarà mai grande come quello degli anni ’40, o come quello del ’76 di Pulici e Graziani. Ma è il sogno del presidente Urbano Cairo che da anni ha investe per costruire una squadra competitiva. Ne è la dimostrazione l’arrivo di Joe Hart, in estate, un portiere di caratura internazionale che vanta 66 presenze nella nazionale inglese.
Con Giampiero Ventura (ora Ct della Nazionale) si è concluso un ciclo. Un ciclo che ha visto prima il ritorno dei granata in serie A dopo quattro deludenti stagioni in serie, una serie di salvezze tranquille e un’incredibile qualificazione in Europa League. L’apice di Ventura si è raggiunta la notte del 26 febbraio 2015, quando il suo Torino vinse al San Mamés contro l’Athletic Bilbao per 3-2, qualificandosi agli ottavi di Europa League.
Per il post Ventura, Cairo si è affidato a un altro allenatore vulcanico: Sinisa Mihajlovic. A lui è stato affidato il compito di riportare il Torino in Europa, a quasi due anni di distanza. L’obbiettivo non è impossibile, anche perché nell’ultima sessione estiva sono arrivati giocatori importanti.
Primo fra tutti, il serbo Adem Ljiajc. Un giocatore che, quando era a Firenze, dava l’impressione di poter essere un futuro fuoriclasse. Poi negli ultimi anni con la Roma e, soprattutto, con l’Inter si è un po' perso. A Torino, Ljiaic è tornato in grande spolvero: 4 reti in sole 7 gare di campionato (arrivate nelle ultime quattro giornate).
A guidare l’attacco, oltre a Ljiaic ci sono anche Iago Falque e il “Gallo” Belotti. Il primo, come Ljiaic è uno scarto della Roma che lo ha ceduto in prestito al Torino per questa stagione ed è già andato a segno in 5 occasioni. Il secondo, invece, si può considerare il futuro attaccante della nazionale italiana. Dotato di un gran senso del gol, di un’impressionante forza fisica, il “Gallo” è il capocannoniere dei granata con 6 reti. Insomma, se si fanno due calcoli, questo tridente vanta 15 gol in 11 giornate di campionato. Non male.
Ma ci sono anche tanti giovani promettenti. Giovani italiani, per l’appunto. Da Benassi a Baselli, da Zappacosta a Barreca. Tutti giovani giocatori che potrebbero diventare presto protagonisti nella futura nazionale di Ventura. Una politica voluta fortemente dal presidente Cairo e da Ventura stesso.
Con il Cagliari è necessario vincere. Perché 16 punti non sono pochi, ma non sono nemmeno molti per una squadra che punta all’Europa. Per farlo, Mihajlovic si affida al suo amato 4-3-3. Confermato Hart (intoccabile), in difesa dovrebbe rientrare Castan che andrebbe a completare il reparto formato da Rossettini (al centro) e dai due terzini Barreca e De Silvestri. Attenzione perché a centrocampo ci sono due dubbi legati alla presenza di Valdifiori e Baselli, che in settimana hanno lavorato in differenziato. Eventualmente sono pronti Vives (che andrebbe a fare il regista) e Obi, insieme Benassi (lui non è in dubbio). Davanti, il tridente da 15 reti in 11 gare, composto dal “Gallo”, Iago Falque e Ljiaic.