Eppure un anno fa, di questi tempi, era tutto diverso. Pinilla era del Cagliari, uno dei giocatori più apprezzati dalla curva ed il suo matrimonio coi colori rossoblù pareva andare a gonfie vele. Lui, genio e sregolatezza, molti dicono che con un'altra testa non sarebbe stato da meno ai vari Ibra, Falcao, Benzema e compagnia.
Il problema è che ha questo 30enne bomber cileno è sempre piaciuto divertirsi, godersi la vita, meno allenamenti e più discoteca, meno gol e più tatuaggi, ed è così rimasto nel limbo di quei talenti inespressi che si son costruiti una buona carriera che non sarà però mai al livello di quella che sarebbe potuta essere e non è stata.
Mauricio quest'estate non era rientrato nei piani di Zeman e fu ceduto al Genoa dove ha collezionato 12 presenze e 3 reti prima di essere prelevato dall'Atalanta. I bergamaschi rappresentano la sua quattordicesima squadra in meno di tredici anni di carriera, numeri da giramondo. Ed infatti Pinigol ha giocato in Italia, Scozia, Cipro, Brasile, Cile, Spagna, Portogallo, quasi volesse distribuire il suo talento in tutto il pianeta.
Tuttavia quella di Cagliari resta, al pari di quella di Grosseto, la sua esperienza più significativa, quella dove ha reso di più ed ha lasciato i migliori ricordi. Domani reincontrerà i sardi, questa volta da avversario, da ex. E ciò lo rende ancor di più un uomo pericoloso, quello da tenere a bada, a volte anche gli amici vogliono vendicarsi di torti mai subiti.
Pinilla mette nel mirino il Cagliari: ai rossoblù il compito di bloccarlo e disarmare il pistorelo cileno.