La prossima partita con il Cagliari dirà al Genoa se la sconfitta rimediata a Bologna sia stata solo una piccola sbandata o la conclusione di un periodo da ricordare. Non si parla molto del Genoa di Davide Ballardini. E del grande lavoro svolto dall'allenatore da quando è subentrato a Ivan Juric, lo scorso novembre.
Ballardini quando è arrivato ha trovato una squadra quasi allo sbando e in piena zona retrocessione (con 6 punti dopo sole dodici giornate). Poi è scattato qualcosa. Subito. Ballardini ha trasmesso prima una certa tranquillità ad un ambiente che non era tranquillo. Poi ha dato un'impronta sul piano del gioco, proseguendo (e probabilmente migliorando) il lavoro di Juric.
Il Genoa, dopo le prime sette giornate del girone di ritorno, ha già racimolato 12 punti. Punti pesanti e arrivati contro squadre blasonate, come Inter e Lazio. Punti che hanno permessso alla squadra di Ballardini di tirarsi fuori dalla lotta per non retrocedere.
La partita con il Cagliari rappresenta l'ultimo step per chiudere definitivamente il discorso salvezza. Ma a “Marassi” arriva un Cagliari malato e ferito dopo il 5-0 subito in casa con il Napoli. E i sardi, che sono scivolati nuovamente in zone pericolose, non possono permettersi ulteriori passi falsi. Pertanto la sfida di mezzogiorno si preannuncia avvincente.
Non ci dovrebbero essere particolari sorprese di formazione per quanto riguarda il Genoa. I liguri, che utilizzano lo stesso sistema di gioco dei sardi (il 3-5-2), si dovrebbero disporre con Perin tra i pali, Rossettini, Spolli e Zukanovic in difesa e con Bertolacci in mediana che verrà affiancato dai due interni Bessa e Hiljemark. Le due ali saranno Rosi e Laxalt, mentre in attacco giocheranno con ogni probabilità Galabinov e Pandev.
E con Lapadula pronto a subentrare.