Oltre 150 mostre organizzate in giro per l’Italia, con pochi soldi ma tanta passione e sempre in prima linea. Giampaolo Muliari ha curato la mostra temporanea dal titolo “Rombo di Tuono – Gigi Riva, il cuore per una maglia, per un popolo”, dedicata allo storico attaccante del Cagliari e ospitata presso il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata a Grugliasco (TO).
Il nostro quotidiano l’ha intervistato in esclusiva.
Come è nata l’idea di dedicare una mostra temporanea a Gigi Riva?
“La storia delle mostre tematiche organizzate in passato è particolare. Quelle precedenti (5-6 ogni anno) hanno riguardato la storia del Torino, ma stavolta siamo usciti completamente dai soliti schemi e trattato un tema non legato alla squadra piemontese. La motivazione è affettiva, perché Gigi Riva è patrimonio di tutti. Due anni fa ho visto un’immagine nella quale il Torino dava un tributo di benvenuto al Cagliari Campione d’Italia, e questo gesto mi aveva molto colpito. Mi era piaciuto e volevo organizzare una mostra dedicata a quella squadra e al suo uomo simbolo. Il Cagliari lo scorso anno era B ma andava bene, e quando è stato promosso ho dato un’accelerata per inaugurare la mostra. Mi sono avventurato in un bel mondo, ho contattato e conosciuto storici del Cagliari. C’era un Cagliari Club a Rivoli, dedicato proprio a Riva, con cui è nata una grande amicizia”.
Cosa rappresenta per lei Riva?
“Non ho mai visto giocare Riva, essendo nato nel ’65 ero troppo piccolo, però documentandomi sono stato attratto. Mi piacciono queste storie di attaccamento alla maglia. Il Grande Cagliari ha una similitudine col Grande Torino, perché quei ragazzi hanno fatto qualcosa che va oltre le vittorie sportive: hanno dato forza a chi non aveva nulla. Mi è piaciuto leggere che Riva è rimasto a Cagliari in primis per la gente.
Per noi è un grande onore raccontare le sue gesta. E’ stato bello il giorno dell’inaugurazione, c’erano diversi bambini orgogliosi di essere tifosi del Cagliari, con addosso la maglia di Riva. Cose che nel calcio ormai accadono davvero poche volte”.
C’è un giocatore del Torino a cui possa essere paragonato?
“Ora tutti i tifosi del Torino si identificano in Belotti, ma prima poi andrà via. Guardando indietro mi viene da pensare a Pulici e Ferrini, in assoluto il giocatore simbolo del Torino. Ma tutto il Toro degli anni ’70 è ancora nel cuore della gente. I tifosi ora, piuttosto che ai giocatori, devono attaccarsi alla maglia”.
Che valori si insegnano nel Museo del Grande Torino?
“Il nostro museo è uno dei pochi luoghi in cui si ha la possibilità di far vivere ed insegnare i valori del ricordo, della memoria, del calcio vero e dell'amore per una maglia. Abbiamo questo compito morale. Ed esponiamo i giornali di decenni fa, molto più poetici di quelli attuali, specie ai tempi di Riva”.
La mostra temporanea dedicata a Riva verrà riproposta?
“Speriamo di riproporla in giro, in collaborazione con qualche altro Cagliari Club. C’è un’idea che mi auguro di portare avanti”.