A come Avramov: da qualche partita a questa parte si ritrova spesso immobile ad ammirare le parabole arcuate dei palloni che si insaccano alle sue spalle. Ma oggi è giustificato: faceva da baby-sitter al piccolo Del Fabro, e per dilettarlo gli ha promesso di giocare alle belle statuine. Moviolone.
B come Belfodil: entra a partita in corso e si mangia un gol già fatto. Di Carlo furente: già è sovrappeso tanto da sembrare Bud Spencer, se poi continua pure a mangiare… Sovrappeso.
C come Conti: combattente come al solito, ci mette l’anima. Poi a metà ripresa si innervosisce fino ad essere espulso: non riusciva a mandare giù l’atteggiamento di De Marco, reo di non avergli mostrato nemmeno uno straccio di cartellino giallo dopo tre quarti di gara. Il capitano fa la collezione di cartellini come fossero figurine, chi non lo sa? Nervoso.
D come Del Fabro: il baby difensore era in vena di scherzi. Prima cincischia e fa partire un due contro uno, giusto per vedere se Rossettini era attento. Poi rischia l’autogol con un appoggio maldestro di sinistro: stavolta per far bollare le mutande di Avramov. Giocherellone.
E come Emiri: erano attesi in settimana per mettere nero su bianco per l’acquisto del Cagliari, ma qualcosa dev’essere andato storto. Di sicuro non gli sarà finito il carburante dell’aereo… Fantasmagorici.
F come Fischi: come quelli piovuti dalle tribune dopo la sostituzione di Dessena, che non la prende bene. In realtà non erano indirizzati a lui: per abitudine i tifosi pensavano che come di consueto Lopez stesse provvedendo al solito cambio buttando nella mischia Cabrera. Ingenerosi.
G come Giustizia Federale: in settimana ha annullato la sanzione di 10 mila euro a Balotelli, che aveva rivolto un gestaccio ai tifosi del Cagliari in occasione della partita col Milan. E Ibarbo decide allora di farsi crescere la cresta anche lui: se questi sono i risultati… Ridicoli.
I come Incisività sotto porta. Quella che manca agli uomini di Lopez da ormai troppo tempo. Soprattutto a Cossu, che ormai a tu per tu col portiere nemmeno prova a tirare, inventandosi passaggi in mezzo all’area per nessuno. Ma lui si giustifica: ha un amico immaginario che fa l’attaccante d’area. Inconcludenti.
L come Lopez: nerissimo e furioso verso i suoi giocatori. Per la sconfitta? No, perché dopo la scialba prestazione dei suoi senza più uno straccio di giustificazione per spiegare le sconfitte alla stampa. Paraculo.
M come Mbaye: remake de “La freccia nera”, fa passare al malcapitato Murru un brutto pomeriggio, scappandogli da tutte le parti come un concorde. Poi nel secondo tempo prova compassione per il diretto avversario e tira i remi in barca. Devastante.
N come Nicola Murru: non ne azzecca una, anche a causa dell’ottima prestazione del suo concorrente di fascia Mbaye. Finalmente ha capito perché da piccoli, per spaventare i bambini, gli adulti narrino le imprese di un tale uomo nero… A capogiri.
O come Ospitalità: in settimana un reportage dell’Unione ha evidenziato le pessime condizioni del Sant’Elia, ivi compreso il settore degli ospiti. Cellino condannato ai servizi sociali: dovrà seguire obbligatoriamente un corso di galateo di trenta sedute. Poco accogliente.
P come Paulinho: il fratello povero di Osvaldo mette a segno un rigore da lui stesso procurato con astuzia su un’uscita stile moviola di Avramov. Sentendosi in colpa per aver abusato di un anziano, cerca di sbagliare a tutti i costi, ma il portierone serbo non recepisce l’invito. Scaltro.
R come Ramos Borges Emerson: probabilmente l’aria marina della Sardegna gli fa bene e lo rinvigorisce come gli spinaci per Popeye. A tal punto che si lascia pervadere dall’atmosfera del Sant’Elia e fa partire un missile terra-aria manco fosse Rombo di tuono. Esplosivo.
S come Salerno: in settimana il ds rossoblù ha dichiarato di non sapere niente riguardo la presunta cessione della società da parte di Cellino. Mediaset decide in tutta fretta di produrre una nuova edizione di “La sai l’ultima?”. Pinocchio.
T come Tabanelli: dopo aver dormito qualche giorno in stazione, l’ex cesenate finalmente è tornato a casa. Conoscendo Cellino, speriamo solo che ora non gli faccia pagare l’affitto. Figliol prodigo.
V come Victor Ibarbo. Parte dalla panchina, ma poi subentra e staziona sulla fascia destra, tentando qualche accelerazione. Ma evidenzia meno esplosività del solito: a furia di mangiare minestrine a causa dell’appendicite, il suo fisico ne ha risentito. Spossato.
Z come Zazzaroni: in settimana il Richard Gere dei poveri torna a twittare sulla questione stadio e sulla cessione del Cagliari, mostrando ancora una volta l’attaccamento e l’interesse per le sorti rossoblù. Sì, ok, va bene l’interesse, ma dato che la situazione non si evolve, non è che porti anche un po’ sfiga? Comunque uno di noi.