Ritorna, come ogni settimana, la nostra top ten, posticipata di due giorni a causa del turno infrasettimanale. Questa volta abbiamo cercato i dieci calciatori che si sono contraddistinti per il loro far sentire sempre, senza timore, voce e tacchetti agli avversari.
10. Diego Lopez: più di 300 presenze in maglia rossoblù, in 12 anni picchia da marcatore d’altri tempi, diventando il secondo giocatore della storia rossoblù per numero di cartellini gialli e rossi.
9. Daniele Conti: Il capitano. Primatista di presenze con il Cagliari, ma recordman anche in fatto di cartellini. In quindici anni in Sardegna, 10 espulsioni e 178 (centosettantotto!) ammonizioni, nessuno come lui. I suoi tacchetti impressi nei polpacci e nelle caviglie di mezza serie A, come la sua maglia nel cuore di tutti i tifosi rossoblù.
8. Miguel Angel Longo: anni ’60, quando il calco si giocava a ritmi molto più lenti di oggi, c’era Longo. Come un pitbull in un branco di barboncini. Libero tostissimo, argentino da 242 presenze con il Cagliari. C’era una volta il cattivo.
7. Josè Oscar Herrera: lo chiamavano “Faccia d’angelo” e in effetti, con un viso così tenero ed innocente, aveva l’aria di uno che non poteva proprio far male ad una mosca. Ma in campo lui la gamba non la toglieva mai, come tanti giocatori uruguayani. Indimenticabile Pepe, univa un grandissimo agonismo a due piedi fatati.
6. Maurizio Giovannelli: mastino di centrocampo, non guardava in faccia nessuno, nemmeno i tifosi. Un supporter se la vede brutta quando Giovannelli si scaglia contro di lui, arrabbiato perché il sostenitore tentava di sottrargli la maglietta.
5. Tiziano De Patre: lo chiamavano “Il guerriero”, e infatti per lui il campo era come un ring. Picchiatore col vizio del gol, per 3 anni colonna del centrocampo rossoblù, con cui mette insieme 85 presenze e 13 gol.
4. Antonio Langella: col Cagliari diventa da “Mister nessuno” a giocatore da nazionale, ma nell’eseguire questa magica parabola non perde l’abitudine a litigare in campo. Carattere fumantino e un po’ folle, come solo gli attaccanti possono essere.
3. Nelson Abeijon: un altro guerriero rossoblù, colleziona tante squalifiche per episodi non troppo british accaduti sul rettangolo da gioco. Viene in mente la rissa con Tedesco, della Reggina, che gli ricorda i problemi della figlia. Abe si infuria e si scaglia contro il provocatore. Quest’estate, da ex calciatore, non si contiene nemmeno sul caso Suarez, complimentandosi con la FIFA: “Figli di…”
2. Andrea Cossu: non teme nessuno. L’ultimo episodio la fascia da capitano del Cagliari ostentata con orgoglio in faccia ai tifosi del Verona che lo fischiano. Ma anche con gli avversari Andrea è un cuor di leone: da ricordare la rissa con Momo Sissoko, maliano da 191 centimetri per 90 chili, preso a spintoni da Cossu. Andrea è anche questo.
1. Joaquin Larrivey: torniamo indietro di 4 anni, in quel caldo pomeriggio di luglio, a quella partita, quel Cagliari-Bastia. Scene da far west, con un’intera squadra, quella corsa, contro un solo uomo, Larrivey. Cazzotto ad uno, due, avanti il prossimo. Wrestler prestato al calcio. Dio perdona, Joaquin no.