Luca Silvestrone, il fondo americano interessato alla costruzione del nuovo stadio del Cagliari e a rilevare la società rossoblù, sono di fatto i tempi di queste ultime settimane che animano sogni e speranze dei tifosi rossoblù che sognano un Cagliari a stelle e strisce. In pochi però forse ricordano che per il Cagliari c’è già stata in precedenza una parentesi americana. Facciamo un passo indietro, ritorniamo idealmente all’estate del 1967.
Il Cagliari prende un aereo per raggiungere gli USA per giocare un campionato - un mese e mezzo di gare – prendendo il nome di Chicago Mustangs. Come scrive il giornalista Paolo Bertuccio siamo davanti ad una di quelle storie che raccontano un calcio romantico. In quel contesto, un impresario sportivo americano, Jack Cooke, decide di tentare di importare il soccer negli States. In assenza di club "autoctoni" all'altezza, Cooke ha la geniale idea: ognuna delle dodici città coinvolte nella neonata "United Soccer Association" si ritrova ad ospitare una formazione europea o sudamericana, "noleggiata" per l'occasione. Il Cagliari, unica italiana del lotto, va a Chicago per via della grande presenza italiana nella metropoli.
Per il Cagliari non fu un’esperienza esaltante né in campo, né fuori. L’assenza di Riva per infortunio, in primis compromise i risultati, ma ad ogni modo le motivazioni dei rossoblù non erano certo delle più alte.
Vien fuori un torneo duro, le partite finiscono spesso in rissa. "Fu una tournée che calcisticamente non sapeva di nulla", conferma Pierluigi Cera nel servizio. "Giocavamo contro queste squadre britanniche e sudamericane e ogni volta bisognava stare attenti, perché se non finiva direttamente in rissa ci si andava comunque vicino".
Nonostante tutto il Cagliari un segno in quel torneo lo lascia: Boninsegna realizza 10 reti e sarà lui il capocannoniere del torneo.