Mancano due giorni al primo atto della finale playoff tra Cagliari e Bari: Claudio Ranieri, tecnico dei rossoblu, ha presentato la gara dell'Unipol Domus in conferenza stampa.
Ecco le sue dichiarazioni:
“Ci vuole una grande determinazione e volontà . Sappiamo che ci giochiamo una stagione, abbiamo dietro un popolo e un’Isola. Mi dispiace non avere uno stadio da 50 mila persone come a Bari, avremmo riempito il Sant’Elia e avremmo riempito il nuovo stadio. Il popolo sardo ha bisogno di tante cose, ma anche i Romani ci dicevano che i giochi sono importanti per tenere su di spirito la popolazione.
Vogliamo ringraziare i nostri tifosi, possiamo farlo solo giocando con il cuore. Il risultato è figlio di tanti fattori, ma se hai dato tutto esci dallo stadio a testa alta, quindi dovremo mettere in campo il nostro solito spirito.
Questo è un gruppo coeso, direi una grande famiglia, si aiutano l'uno con l'altro e mettono in pratica quello che io ho chiesto dal primo giorno, facendo un po' da martello pneumatico.
Lapadula? Sta bene, oggi lo preservo ancora ma giovedì ci sarà . Dossena out per squalifica? Chi giocherà al suo posto farà bene.
Nandez e Luvumbo? Nahitan è un trascinatore, non è l’unico per fortuna. Quando un allenatore ha dei ragazzi che mettono in campo il mantra dell’allenatore, la metà delle cose è fatta. Zito ha delle qualità innate, il giorno che sarà più riflessivo ed esperto potrà dare davvero tanto, ancora di più di quanto già sta facendo, al Cagliari.
Mancosu? Sta bene, come tutti ha chance di giocare, in egual misura ai compagni.
Ho ricevuto da questa gente e questa città tanta comprensione, tanto amore anche quando mi incontrano per strada, ma a tutti dico sempre le stesse cose: non abbiamo ancora fatto nulla, quindi testa alla prossima sfida.
Quando sono arrivato dovevo suonare la carica, sapevo che sarebbe stato difficile centrare il secondo posto, il nostro è stato un buon campionato. Ma io sono un agonista, non mi basta, sono fatto così e voglio vincere.
Da allenatore e da giocatore, sono sempre stato convinto di come servano tutti. Quando ero calciatore si giocava in undici, ma allora come come oggi chi ti fa vincere qualcosa è chi gioca meno e si fa trovare pronto al momento del bisogno.
Ho sempre cercato di stimolare tutti, poi nello spogliatoio è normale che uno voglia giocare di più, non tutto è perfetto. Ma la squadra è tale quando tutti sono coinvolti. Un esempio è Viola: ha giocato pochissimo, l’ho aspettato, lui ha sempre spinto come un martello. Ora è con noi per portare a casa la prestazione, per il popolo e per tutto il gruppo.
Vedo un Bari compatto e quadrato, hanno sofferto tanto con il Sudtirol. Sono in salute e sanno come giocare, noi però stiamo bene. Hanno pochi punti deboli, mi auguro che i ragazzi riescano a trovarli, sta a loro fare il grosso del lavoro".