Un muro. Una certezza. Insuperabile. E guai a mettersi contro di lui, non le manda di certo a dire. Bruno Alves, per tutti i tifosi del Cagliari ormai è semplicemente "Bruno". Entrato in punta di piedi, nonostante un titolo di Campione Europeo conquistato in estate (seppur non da assoluto protagonista) e diverse stagioni in ottimi club europei (Porto e Zenit San Pietroburgo su tutti).
Ha conquistato la fiducia dell'ambiente, ha ricambiato a suon di prestazioni la grande esaltazione della piazza per il suo acquisto. È diventato un leader carismatico e tecnico della retroguardia rossoblù.
Anche contro la Sampdoria è stato praticamente perfetto. La mia (giovane) memoria calcistica non ricorda un difensore centrale capace di prendere in mano un reparto in così poco tempo, con carisma, autorità e leadership. Non è mai facile giocare in Italia, campionato sempre ostico ed insidioso nonostante sia lontano dai livelli di una volta.
In sei gare il portoghese ha eliminato i - pochi - dubbi sul suo ambientamento al campionato italiano e al calcio di provincia. Rastelli se lo gode. Per i tifosi è già un idolo. Capozucca e Giulini gongolano pensando all'affare a costo zero (con tanto di viaggio a Londra per convincerlo definitivamente).
E se penso a Bruno Alves mi viene in mente solamente un aggettivo: impressionante!