Il nuovo Cagliari assemblato da Giulini e Capozucca ed affidato a Rastelli ha superato senza troppi patemi il primo ostacolo stagionale.
Una partita a cui va dato il giusto peso poiché l’avversario di serata non rappresenta un test dall’attendibilità elevata. Non è un azzardo pensare che se al posto dell’impreciso Antenucci, le due palle goal di inizio partita fossero capitate sui piedi di una punta di categoria, probabilmente gli elogi e gli applausi rivolti alla squadra rossoblù sarebbero stati decisamente meno.
Tuttavia alcune indicazioni emerse nel corso della partita con la Spal, forniscono preziosi spunti di riflessione. In particolare oltre la grande attesa nel vedere Borriello all’opera, tanta era la curiosità nel capire quali effetti avrebbe sortito il cambio modulo varato dall’allenatore rossoblù.
Rastelli infatti dopo aver conquistato la promozione rimanendo fedele per l’intera durata del campionato cadetto al 4-3-1-2, ha deciso, considerando le caratteristiche dei giocatori a disposizione, di schierare il suo Cagliari con un 3-5-2. Una mossa condivisibile, come tuttavia non avrebbe sorpreso un proseguo nella direzione intrapresa una stagione fa.
Uno schieramento che ha visto una difesa a tre guidata al centro dall’esperienza di Bruno Alves che fa il paio con quella di Storari tra i pali, consentendo così a Ceppitelli e Capuano di completare un reparto di grande affidabilità . Isla e un Murru atteso alla stagione della crescita definitiva presidiano le fasce, assicurando un apporto importante sia in fase difensiva che in quella offensiva.
Il centrocampo compatto che vede in Di Gennaro il direttore della manovra, viene perfezionato dalla solidità di Padoin e dalla freschezza atletica di un Ionita sempre più nel vivo delle trame rossoblù. L’attacco invece in attesa dei ritorni di Farias, Pedro e Melchiorri e di capire se e quando verrà riutilizzato un fantasista, ha visto nella coppia formata da Borriello e Sau, un mix letale di potenza, velocità e tecnica.
Il rincuorante esordio con la Spal è un campione decisamente ridotto al fine di dare giudizi di merito sul nuovo assetto tattico; il Genoa e le varie avversarie che si susseguiranno durante il calendario, diranno quanto tale strada sia percorribile in maniera definita o vedrà un’alternanza continua con quel modulo che oramai appartiene al dna rossoblù.