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Pozzo e il “modello Udinese”: un esempio da seguire per poter sognare

L’analisi delle strategie vincenti della famiglia Pozzo, che possiede tre club e li gestisce in maniera impeccabile

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Domenica prossima andrà di scena al Sant’Elia Cagliari-Udinese. Oggi non intendiamo concentrarci sui protagonisti in campo, ma su coloro i quali gestiscono le rispettive società.

Tutti ben conosciamo il patron rossoblù, Massimo Cellino, più che mai chiacchierato in questi ultimi mesi, per via delle vicende riguardanti la possibile cessione del Cagliari e l’acquisizione del Leeds United.
Un focus merita, però, anche il presidente dei bianconeri, Giampaolo Pozzo. Friulano doc, il patron dell’Udinese, classe 1941, è uno dei presidenti più longevi della Serie A: è in carica, infatti, dal 1986.

Pozzo è proprietario di tre squadre: l’Udinese, il Watford e il Granada. Una società principale e due satellite, tanti tasselli che vanno a comporre un mosaico chiamato “modello Udinese”.

Il presidente friulano ha le idee ben chiare su quali siano le migliori strategie per gestire in maniera efficace diversi club, cercando di rendere al meglio. Secondo lui, una società di calcio funziona come una qualunque azienda: il conto economico deve essere bilanciato e in attivo. Gli ingaggi, dunque, devono essere misurati, per fare in modo che le entrate superino, anche se di poco, le uscite.

L’Udinese, essendo un piccolo club, è costretta a cercare calciatori alle prime armi, investire su coloro i quali ritiene possano avere un futuro e formarli, partendo dal settore giovanile. Anche questo è uno dei motivi che spingono a possedere altre società “satellite”, nelle quali alcuni giocatori possano essere mandati per fare esperienza e maturare.

Per fare in modo che vengano acquistati giocatori interessanti, Pozzo ha costruito un settore scouting professionalmente elevato, che riesce a scovare talenti in ogni angolo del pianeta (viene tuttavia preferito il Sud America). A capo dello scouting c’è il figlio Gino, ottimo organizzatore oltre che grande conoscitore di calcio. Inoltre, Pozzo si circonda di bravi e preparati dirigenti.

Da non dimenticare il fatto che l’Udinese sarà, dopo la Juventus, il secondo club di Serie A a possedere uno stadio di proprietà. L’impianto, che sta progressivamente venendo ristrutturato (per 3/4), ricoprirà gli standard di modernità e sarà dotato di 25mila posti a sedere. Sarà rimossa anche la distanza tra campo e tribune, creando una sorta di stadio all’inglese.

Come ultimo, il presidente friulano ha recentemente potenziato il settore della comunicazione, con la creazione di “Udinese Channel”, canale trasmesso in Friuli e Veneto in chiaro sul digitale terrestre, dedito 24h su 24 all’informazione targata Udinese.

Investire, formare giovani talenti e fare plusvalenza, senza trascurare la comunicazione: questi sono gli obiettivi del “modello Udinese”. Un modello che al presidente del Cagliari Cellino piace, e non poco, ma che non è riuscito ad imitare appieno, non solo per sue colpe. La questione stadio ne è la prova più chiara.

Occorrerebbe anche nella società sarda una maggiore organizzazione. Cellino, nel caso in cui decidesse di non vendere più il Cagliari, sarebbe proprietario di una squadra in Serie A italiana, mentre il Leeds, militante in Championship, verrebbe utilizzata come società satellite.

In attesa di ulteriori sviluppi in merito alle vicende del bizzarro presidente rossoblù, non può che essere fatto un plauso a Giampaolo Pozzo per tutto ciò che è riuscito a costruire.

Perché l’Udinese, costantemente in Europa negli ultimi anni, deve essere considerata l’esempio da seguire da tutte le società, piccole e grandi che siano.

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