È oramai provato che, quando il Cagliari tenta di mutare modulo di gioco, i risultati non arrivano, anzi.
Ficcadenti, Bisoli, Giampaolo, fino ad arrivare a Zeman, hanno cercato di introdurre un sistema differente da quel 4-3-1-2 che fece la fortuna dell’attacco delle meraviglie capitanato da Zola, e venne con successo rispolverato da Ballardini per raggiungere una salvezza che ebbe dell’incredibile.
Lo hanno capito Allegri, Donadoni, Lopez e Pulga. E lo ha capito nella scorsa stagione, che ha visto i rossoblù risalire in A, anche Rastelli, il quale ha tentato invano di sperimentare il 3-5-2 (il primo tempo della gara di Trapani è un esempio evidente), ritornando sui propri passi e promuovendo il modulo radicato nel DNA della compagine sarda.
Cambino gli interpreti, ma il sistema di gioco rimanga invariato: il Cagliari ha sposato il 4-3-1-2, con il regista dai piedi buoni, i due mediani dai grandi polmoni e la figura imprescindibile del trequartista. E, se possibile, due attaccanti dal gol facile. Nel prossimo campionato saranno fondamentali.