Serie B bye bye. Il Cagliari saluta la serie cadetta, lo fa nel migliore dei modi: vincendo il campionato. Uno storico successo per la società di via Mameli, che mai era riuscita a vincere il torneo cadetto. E si sa, nello sport le vittorie portano altre vittorie, generano entusiasmo e danno l'energia giusta per affrontare la stagione successiva.
Ecco, forse questa stagione ha riportato quell'entusiasmo che mancava alla piazza cagliaritana.
Undici anni in Serie A con l'unico obiettivo di salvarsi ha di fatto dato quella sensazione di noia, di ripetitività . Serviva probabilmente una scossa per ridare slancio alla piazza.
La scossa, seppur in modo negativo, è arrivata lo scorso anno con la retrocessione in Serie B. Ambiente demoralizzato, addio sogni di gloria, addio San Siro, Olimpico e Franchi (giusto per citare alcuni stadi di Serie A). Quell'obiettivo salvezza, diventato sempre più stretto con il passare degli anni, è tornato ad essere l'unica ragione di vita per tanti tifosi rossoblù.
D'altronde non ci si rende mai conto di quanto sia importante una persona, un oggetto o – in questo caso – una categoria, fino a quando non la si perde.
Ma anche i fallimenti possono trasformarsi in energia positiva. La società ha fatto quadrato, creando intorno all'ambiente rossoblù un clima positivo. Ecco la scossa.
Il Cagliari è ripartito dai tifosi. Il patron Giulini ha creato le basi per tornare immediatamente in Serie A. Si è circondato di persone scaltre e smaliziate, dal direttore sportivo Capozucca al tecnico Rastelli, costruendo una rosa di assoluto livello per la categoria.
Il resto è storia. Promozione mai messa in discussione (pur con quella crisi di due mesi e mezzo quando l'obiettivo sembrava ormai ad un passo) e uno storico primato.
Si può ripartire a programmare un futuro con vista Europa.
Stadio, social, iniziative per i tifosi e investimenti vari. Il patron rossoblù non lascia niente al caso. E se le vittorie generano vittorie (ed entusiasmo), il futuro del Cagliari non può che essere roseo.