Si dice che quando una squadra ha un centrocampo forte, capace di fare filtro ed impostare l’azione offensiva rapidamente, ne beneficino sia difesa che attacco.
Il Cagliari ha rispettato questo detto per buona parte della stagione attuale, ma da due mesi a questa parte sta presentando un reparto mediano non all’altezza.
È bene però non nascondersi dietro gli infortuni di Munari e Di Gennaro (quest'ultimo vittima dell'ennesima ricaduta, con un trauma contusivo al quadricipite della gamba sinistra), oltre a quello di lungo termine di Dessena: interpreti come Fossati, Cinelli, Deiola, Tello etc., titolari in qualsiasi altra compagine della serie cadetta, non sono stati finora totalmente all’altezza.
Che succede, dunque, ai rossoblù?
Accade che il centrocampo non è in grado di correre in maniera organica, di muoversi in modo armonioso e di fare adeguato filtro. Ne deriva che la difesa va costantemente in affanno: è bene sottolineare però che il duo Salamon-Krajnc, ad Ascoli, ci ha messo del suo con errori individuali.
Regista e mezzali della squadra sarda non servono poi con i tempi giusti gli attaccanti, fattore che invece avveniva con qualità nei mesi scorsi: e il bottino del reparto avanzato ne risente, eccome. Sono infatti appena 8 le reti segnate nelle ultime 8 partite, e una marea di gol “mangiati”.
Quale miglior ricetta per uscire dalla mini-crisi? Che Rastelli in settimana guardi con attenzione alla linea mediana, studiando movimenti efficaci. Da sabato prossimo il Cagliari è obbligato a vincere, non soltanto sperando nell’ennesima giocata individuale ma provando ad imbastire una manovra corale.