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Calo psicofisico e squadra da ricompattare: Cagliari, ecco la medicina giusta

Status mentale e atletico non più all’altezza dei primi sei mesi di stagione: i rossoblù corrono ai ripari

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Il filo conduttore delle gare giocate contro Pescara, Cesena, Novara, Trapani e Perugia è quello di un Cagliari in confusione e con poche idee di gioco e in deficit di corsa rispetto agli avversari di turno.

Allarmanti sono i contraccolpi psicologici che i sardi hanno subito quando si sono trovati nella situazione di dover recuperare il risultato. Questo ha portato la squadra ad una mancanza di concentrazione e a tratti di totale confusione, sia di gioco che di movimenti tattici che vengono quindi applicati con lentezza.

Ci si era abituati a un girone di andata dove erano i rossoblù, il più delle volte, a fare la partita e, portandosi avanti nel risultato riuscivano a gestire i tempi di gioco con una discreta serenità d’azione.

È proprio la serenità che ora dà l’impressione di mancare; dov’è finita la tranquillità che permetteva di mettere la gamba più decisa nei contrasti, di scattare più forte dell’avversario per arrivare prima sulla palla e che ti consente di ragionare più velocemente quando si è nella fase d’impostazione della manovra?

Questo serenità è ciò che si sta ricercando attraverso il ritiro partito lunedì sera dopo la partita persa contro il Perugia. Rastelli adotta una filosofia di gioco che richiede uno standard di rendimento atletico e mentale molto elevato per funzionare, che si esprime con una manovra veloce e che pretende una qualità tecnica elevata, atta a sfruttare le abilità offensive rossoblù.

Se il ritmo cala, se la brillantezza viene a mancare e la tenuta psico-fisica non è ottimale, i reparti si allungano e gli avversari possono prendere d’infilata il reparto arretrato. Sono di buon auspicio le parole del Ds Capozzucca che in queste ore ha dichiarato: “Il ritiro avrà come obiettivo la ricarica e la ricompattazione del gruppo”.  La giusta medicina per venir fuori dal momento no.

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