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Occhio Cagliari: c'è chi vuole metterti il bastone tra le ruote

Dopo tre gare senza vittoria, i rossoblù dovranno ricominciare la marcia per agguantare il primo posto in classifica ma, in quest'ultima parte di stagione, le difficoltà non mancheranno

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Tre partite senza successi per il Cagliari, che ha perso la corona ma che ha, dalla sua parte, un solo punto di svantaggio sul primato e un divario importante sulla terza in classifica. Un pareggio, quello conquistato in remuntada nella tana del Trapani, positivo e negativo per diversi aspetti.

Il sorriso, l'unico, è dato dalla reazione al “Provinciale” di Erice in seguito al doppio svantaggio. Fa storcere il naso, invece, l'esser stati spodestati dal Crotone. Ma l'allarme maggiore, che suona incessante da qualche settimana, riguarda l'approccio, che sta danneggiando e non poco l'andamento dei risultati e ancor prima delle prestazioni, con la squadra di Massimo Rastelli costretta in più di una occasione ad inseguire. Che non sia il Cagliari, quindi, il pericolo maggiore di se stesso.

I rossoblù non sono più aggressivi, compatti, ordinati e spietati: la cattiveria agonistica e la voglia di chiudere subito la pratica - atteggiamenti che facevano la differenza e che hanno permesso di mostrare a tutte le altre ventuno compagini di che pasta è fatto questo organico - sembrano essere sparite, chiuse nel cassetto. Complici anche le tante e pesanti defezioni con le quali l'allenatore di Torre del Greco deve fare i conti e che ormai, da un mese a questa parte, l'hanno costretto ad attaccare cerotti da tutte le parti e, come capitato sabato pomeriggio, a cambiare sistema di gioco.

E' il centrocampo il reparto più in emergenza (out Cinelli, Di Gennaro, Fossati, Munari e Tello) e di conseguenza anche quello più in apnea, a causa dell'assenza di un regista di ruolo che detti i tempi di manovra e fornisca palloni giocabili agli attaccanti. Ma anche la difesa, con la bandiera bianca alzata da Ceppitelli prima e da Capuano poi, non se la passa di certo bene.

Cagliari in difficoltà dunque e che, ancor meno, incute timore agli avversari, i quali non sistemano un bus nella propria area di rigore e non si affidano solo ad azioni di ripartenza, ma provano a prendere in mano le redini del gioco imponendo il proprio ritmo e presentandosi nella metà campo sarda a spron battuto e con facilità.

Quest'altro aspetto, viste le dodici giornate al termine e le formazioni che si troveranno di fronte Storari e compagni da qui in avanti, dovrà essere ancor più da stimolo per centrare la vittoria del campionato. Si riparte lunedì sera, quando al Sant'Elia sbarcherà il Perugia dell'ex Pierpaolo Bisoli, a caccia di un posto nei playoff.

Dalla dolce casa, “messa in disordine” dal Novara otto giorni fa, nella quale però i rossoblù stanno costruendo il pronto ritorno in serie A, avrà luogo la prima di dodici battaglie.

Il Cagliari dovrà essere un cannibale, affamato di punti e determinato a spezzare il bastone che il Perugia (e via via tutte le altre rivali) proverà a mettergli tra le ruote. 

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