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Il modulo rinnegato

La variante tattica proposta da Rastelli non ha portato i benefici sperati

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Il tecnico rossoblù Rastelli, per la prima volta in stagione, ha rinunciato al suo classico modulo di partenza, ovvero il 4-3-1-2, per passare ad un 3-4-1-2 inedito. Una scelta dettata dall’emergenza, dovuta alla penuria d’interpreti in particolare nel reparto di centrocampo che, dati i giocatori e le loro relative caratteristiche, a priori poteva risultare una scelta più che condivisibile.

Pisacane schierato nel ruolo di centrale difensivo a destra è un ritorno al passato: un ruolo che l’ex Avellino ha ricoperto con padronanza più e più volte. Tuttavia uno dei pupilli del mister ha risposto, come mai gli è capitato in questa stagione, con una prestazione altamente negativa e all’insegna del nervosismo. Sempre nel reparto arretrato è sembrato soffrire e non poco la nuova collocazione anche Krajnc; il difensore mancino spesso e volentieri si è trovato a giostrare nei pressi dell’out di sinistra, evidenziando notevoli limiti e mostrando una scarsa sicurezza. Tale ruolo sarebbe perfetto per il lungo degente Marco Capuano, che ha dimostrato di poter ricoprire sia il ruolo di centrale che quello di terzino, nonostante un fisico da corazziere poco avvezzo al ruolo di difensore di fascia.

Inoltre, poco collaudati (e non poteva essere altrimenti) sono sembrati i meccanismi di gioco tra la difesa e gli esterni: in particolare Murru e Balzano son apparsi poco utili alla manovra, se si esclude un piccolo apporto in fase offensiva del terzino ex Pescara, con inviti aerei che non sono stati sfruttati, anche a causa composizione dell’attacco in terra siciliana.

Il baby Colombatto, invece, sta offrendo un grande contributo alla causa, in virtù di un età e delle premesse che pronosticavano qualche convocazione in prima squadra e nulla più. Il suo continuo utilizzo tuttavia non può di certo dare le stesse certezze che possono essere pretese ai vari Di Gennaro o Fossati, mentre pesano e non poco le assenze per infortunio di Tello e Munari, con un Deiola che sembra essersi scrollato un pizzico di ruggine accumulata.

Oramai, purtroppo, l’involuzione tecnica di Marco Sau non fa più notizia, mentre al di là dei discorsi prettamente tattici, rinfranca constatare quella voglia e la determinazione di Joao Pedro, valse un gol che ha un importanza che va al di là del punto conquistato.

La sperimentazione nella partita di Trapani Ã¨ risultata sicuramente più giustificabile di alcune scelte attuate da Rastelli in passato, tuttavia va registrato come non siano giunti gli effetti sperati. Ciò costringerà il Cagliari, con ogni probabilità, ad affidarsi esclusivamente ad un modulo padroneggiato durante l’intera stagione, nell’attesa del ritorno di tutti coloro che lo hanno reso efficace e fortemente vincente.

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