Da lunedì sera, il Sant'Elia non è più un fortino. A dettare legge, e soprattutto a prendersi i tre punti, ci ha pensato il Novara, che aveva già sconfitto il Cagliari nel girone d'andata. Così, per i rossoblù, non sono rimaste nemmeno le briciole.
Quello contro la formazione di Baroni è il secondo scivolone consecutivo, che mette il primo posto a rischio e, come capitato nelle ultime tre partite, evidenzia l'iniziale approccio sbagliato della squadra di Massimo Rastelli. Confusionario, impacciato, macchinoso e prevedibile: questo è stato il Cagliari nelle prime frazioni gioco con Pescara, Cesena e Novara.
La causa principale di questo mancato feeling con le battute iniziali dei match sembra essere quello della mentalità : infatti, dopo aver sofferto contro abruzzesi, romagnoli e piemontesi, e in due circostanze anche subito la rete dello svantaggio, in Storari e compagni è sembrato scattasse la scintilla, anche se troppo tardi.
Prese con fatica le misure, in seguito anche all'atteggiamento dell'avversario di turno, la compagine sarda ha provato a spingersi in avanti per creare pericoli e a caccia del gol, raggiunto, per due volte, solo contro il Pescara.
Una squadra del livello del Cagliari, accreditata da tutti come la favorita numero uno per il ritorno immediato in Serie A, non dovrebbe avere problemi di questo genere. La mentalità , prima ancora della preparazione fisica, risulta importante per raggiungere gli obiettivi prestabiliti.
Ed è proprio in questo momento che i rossoblù, col coltello tra i denti e gli occhi della tigre, fin dall'ingresso in campo per il riscaldamento, dovranno abbattere tutti gli avversari e conquistare il salto di categoria.