Lopez decide di confermare l’idea tattica che aveva consentito di raccogliere i tre punti contro la Fiorentina, con tre centrocampisti puri più Cabrera dietro le due punte, con l’unica eccezione di Vecino al posto dello squalificato Dessena, migliore in campo contro i gigliati.
Al tecnico uruguagio viene imputato l’utilizzo del connazionale Cabrera dal primo minuto ai danni del fantasista Cossu, rientrante dalla squalifica. Quasi inesistenti, infatti son stati i rifornimenti alla coppia d’attacco, orfana all’ultimo momento di Pinilla e con un Nenè non al meglio ed inspiegabilmente spesso relegato sulla fascia con il compito di effettuare cross destinati ad un non certo specialista nel colpo di testa come Sau.
La controprova dell’errore tattico commesso da Lopez lo si ha dal momento in cui Cossu entra in campo, ed ancora di più quando Adryan, non ancora al 100% appena entrato offre un cioccolatino a Sau, che è incapace di scartare.
Nel dopopartita un Lopez oramai ripetitivo sottolinea la mancanza di concretezza dei suoi, ma dovrebbe maggiormente riflettere sulle sue scelte e sull’impostazione tattica e mentale data all’undici rossoblù, oltre che la rinuncia perenne all’oggetto misterioso Ibraimi.
A sua discolpa bisogna sottolineare che il Cagliari dalla partita contro la capolista Juventus esprime un gioco convincente ed una condizione fisica in netto recupero, oltre l’impossibilità del tecnico di ricorrere a cambi all’altezza in attacco, questo aspetto dovuto ai ripetuti infortuni e mancati arrivi in sede di mercato di riparazione.
Infine la direzione arbitrale, soprattutto a Marassi ha penalizzato eccessivamente la squadra isolana, facendo andare su tutte le furie l’unico dirigente presente e degno di questo nome nell’ultimo periodo, ovvero Nicola Salerno.