Probabilmente in tanti e non solo, tra i tifosi, immaginavano un Cagliari che, con tale squadra, si rivelasse uno schiacciasassi capace di ammazzare il campionato dopo una manciata di partite. La realtà come spesso accade non combacia con i sogni, impartendo in alcune occasioni sonore lezioni.
Non è certo il caso tuttavia della squadra allenata da Rastelli, capace di alternare fioretto e spada a seconda delle esigenze, calandosi in una categoria che lascia poco spazio ai virtuosismi. Infatti spesso e volentieri i rossoblù si cimentano in gare dove l’esito rimane in bilico fino al triplice fischio, dimostrando di saper soffrire e senza troppi fronzoli portare a casa il risultato. Una caratteristica preziosa ed imprescindibile che mantiene il Cagliari lontano dal pericolo dell’imborghesimento, ma soprattutto ben calato in una realtà che riserva ogni anno tante sorprese. Piazze storicamente avvezze alla A hanno impiegato diversi campionati per ritornare nel massimo palcoscenico, incapaci di metabolizzare una retrocessione e calarsi in una categoria dove tutti lottano con il coltello tra i denti, soprattutto quando si tratta di affrontare la favorita designata.
La capacità di competere unita a quella di saper centrare il risultato senza guardar a come questo avviene è una peculiarità imprescindibile di questa squadra, che a taluni fa storcere il naso, ma finche i risultati continuano ad essere questi, risulta difficile muovere eccessive critiche.
Tuttavia, focalizzarsi su quale aspetto possa e debba migliorare, può fungere da sprone al fine di effettuare quello step che porta al definitivo salto di qualità per attestarsi come capolista assoluta. In tale ottica il rendimento esterno pecca ancora per continuità e risultati, tuttavia continuando con tale spirito umile e di abnegazione, il rendimento non potrà che migliorare.