C’era un ragazzo, di 25 anni, che lunedì sera tremava al solo pensiero di fare ingresso nello stadio che l’aveva fatto conoscere ai tifosi sardi. Perché, in fondo, anche se avrebbe indossato la maglia della squadra avversaria, il suo cuore batteva rossoblù, più forte che mai.
Mauro Vigorito, nato a Macomer il 22 maggio 1990, è cresciuto nelle giovanili del Cagliari, con il quale esordì nel 2010 contro la Fiorentina, complice l’infortunio di Marchetti. Una parata convincente, poi la rete subita da Jovetic e partita conclusa sul punteggio di 2-2.
Da allora sono passati 5 anni, il ragazzino si è fatto le ossa, come si suol dire, e ha conseguito un’ottima maturazione: prima ha difeso la porta della Carrarese, poi della Triestina, del Lumezzane, dell’Unione Vicenza fino a giungere al Vicenza, dove si è guadagnato una maglia da titolare. Ha atteso, ogni estate, una chiamata dalla compagine sarda, purtroppo per lui mai arrivata, per riportarlo alla base. Ma non ha disperato, e ha continuato ad allenarsi con professionalità, migliorando a vista d’occhio.
Il tecnico dei biancorossi Marino sapeva che per il buon Mauro la partita contro il “suo” Cagliari non sarebbe stata come tutte le altre, sapeva che ci sarebbero potuti essere degli scherzi. E lo scherzetto, due giorni dopo Halloween, è arrivato: punizione di Di Gennaro, e il portiere vicentino non è andato sul pallone con la giusta convinzione, vedendosi piegare le mani. Il dispiacere è stato tanto: sapeva che il 2-0 avrebbe posto la parola “fine” sulla contesa.
Siamo sicuri sia stato, però, soltanto un errore dettato dalla grande emozione. Perché Vigorito ha dimostrato, e dimostrerà ancora, quello che davvero vale.
Anche se spera, un domani, di indossare nuovamente la maglia rossoblù, quella che stringeva forte fino a 5 anni fa, e i cui colori, comunque vada, rimarranno per sempre stampati sulla sua pelle.