La Fiorentina di Montella al Sant’Elia ha mostrato un’insolita incapacità di esaltare il collettivo ed un’inadeguatezza ad eseguire uno spartito comune diretto e composto dall’allenatore campano.
Il possesso palla del 62% a favore dei toscani non si è tramutato in una superiorità in occasioni da goal e tantomeno in un risultato favorevole; si è trattato di una litania noiosa e stucchevole che ha dato l’impressione di una squadra bella, ma troppo vanitosa intenta a guardarsi eccessivamente allo specchio.
Sulla sponda rossoblù Lopez ha impostato un centrocampo compatto e grintoso, capace di rompere le trame del gioco viola, ma spesso e volentieri capace di innestare il duo d’attacco Pinilla – Sau.
Cabrera ha avuto l’occasione di riscattarsi dopo la follia di domenica scorsa e non ha fatto pentire il connazionale della scelta fatta. Dessena, che purtroppo salterà la prossima partita per squalifica, ha disputato una delle migliori partite da quando è in Sardegna, mentre Ekdal ha svolto al meglio il ruolo di raccordo trai due reparti, non rinunciando al ruolo di guastatore del gioco gigliato. Conti invece è stato il capitano silenzioso e un po’ in ombra che ha tenuto il reparto compatto, dimostrando una tenuta fisica che nelle ultime contese era calata vertiginosamente nel secondo tempo.
Il futuro, anche senza Nainggolan e all’ombra delle peripezie inglesi di Celino sembra meno buio, anche se si tiene in considerazione il buon esordio dei sudamericani Vecino e Adryan, due in grado di dare del tu al pallone.