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Un’occasione persa per tutti

Ripercorriamo le avventure di coloro che si sono avvicendati sulla panchina rossoblù

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In principio fu Zeman ad essere designato come colui che, in virtù del nome che porta, producesse entusiasmo ulteriore attorno ad una società e una squadra nuova di zecca. I limiti di una rosa assemblata in un mix di esordienti in serie A ed altri al crepuscolo della loro carriera, si sono palesati nelle prime partite e con i risultati iniziali. Il tecnico boemo con la coerenza ostinata che lo contraddistingue ha optato per seguire il suo solito spartito impregnato di un 4-3-3 non sempre in grado di esaltare gli interpreti a disposizione.

Le gioie di Milano e Empoli, cosi come la prestazione casalinga con il diavolo rossonero, lasciano più di un dispiacere su ciò che sarebbe potuto essere, ma non è stato il Cagliari targato Zdenek Zeman.

L’avvento di Zola ha ridato una certa dose d’entusiasmo, maggiore armonia all’interno dello spogliatoio e due vittorie casalinghe che, avevano illuso un po’ tutti che con il tecnico d’Oliena alla guida, salvarsi non sarebbe stato un problema. Invece il classico fuoco di paglia ha riportato tutti sulla terra, cosi come Zeman sulla panchina isolana. L’avventura 2.0 del tecnico di Praga è racchiusa tutta nel goal dell’ex Vecino nel pareggio a tempo oramai scaduto. L’ennesima chance di raddrizzare una stagione dalle mille delusioni, svanisce in pochi secondi, come la fiducia di un gruppo nel seguire il ritorno del vecchio Maestro.

Le tensioni con i tifosi e le successive dimissioni di Zeman, hanno dato una possibilità insperata a Gianluca Festa. L’ex difensore tra le altre di Inter e Roma, ha stupito tutti presentando una squadra tutta carattere e concretezza. La vittoria di Firenze aveva ancora una volta fatto sperare in un’incredibile salvezza, ma la trasferta di Verona con il Chievo, ha cancellato ogni residua illusione. Tale partita può essere l’unico neo dell’esperienza di Festa sulla panchina rossoblù, ma al tecnico sardo è ingeneroso ed ingiusto additare qualsivoglia responsabilità; il rammarico è rappresentato dal ritardo del suo arrivo sulla panchina del Cagliari. Poche giornate in più avrebbero potuto consentire il sorpasso ai danni di un’Atalanta in caduta libera nonostante l’arrivo di Reja.

Nell’avvicendarsi tra i vari allenatori, solo Festa merita la sufficienza per quanto ottenuto da un gruppo oramai allo sbando e desideroso di finire al più presto la stagione. Zola ha pagato colpe non sue ed ha provato sino alla fine della sua esperienza, nel tentativo di creare una squadra meno spregiudicata valorizzando le virtù di ogni giocatore. Zeman invece non è riuscito nell’intento di trascinare attraverso la sua filosofia tutto il gruppo, inoltre ha pagato a caro prezzo il fatto di non aver scelto, nonostante quanto affermato dell’ex Marroccu, tutti i giocatori arrivati in estate.

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