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Cagliari, quanti misteri: quale la verità?

Una stagione ricca di decisioni criticabili

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L’annata d’esordio della nuova dirigenza si è chiusa con una triste ed inaspettata retrocessione, anche se alcuni aspetti già ad inizio stagione, potevano suonare come dei campanelli d’allarme.

Scelte e valutazioni che con il senno del poi si sono rivelate azzardate, discutibili e controproducenti. Si parte da un mercato caratterizzato da linee guida contrastanti: giocatori scelti da Marroccu vedi Joao Pedro arrivato dall’Estoril in cambio di Cabrera e un conguaglio a favore dei portoghesi, altri voluti da Zeman come i vari Balzano, Capuano e Farias ed altri ancora provenienti dalle giovanili dell’Inter (Longo, Crisetig, Benedetti) data la vicinanza del presidente con l’ambiente nerazzurro. Inoltre un giocatore come Oikonomou dotato di caratteristiche che ben si sposavano con il calcio di Zeman, è stato spedito a Bologna in cambio di prospetto altrettanto futuribile che nessuno ha mai visto in campo.

Una rosa rivoluzionata, assemblata seguendo indicazioni divergenti sino ad arrivare alla valutazione dei portieri, scelti personalmente dal presidente come da lui stesso affermato durante la presentazione di Zeman. Il boemo ha sempre appoggiato e perorato le scelte societarie, ma viene comunque da chiedersi come mai in un ruolo delicato come quello dell’estremo difensore non sia stata fatta una scelta dettata direttamente dalle volontà dell’allenatore. Date le considerazioni appena effettuate sorge inevitabile un’altra domanda: perché prendere un allenatore senza mezze misure come Zeman e non costruire una squadra fatta di interpreti adatti al suo gioco?

In estate, ma non solo, vedi Brkic, Cop e M’poku, oltre ad essere stata costruita una squadra poco omogenea, è stata creata una rosa ricca di prestiti secchi, con diritto di riscatto, biennali e altre svariate formule; tali soluzioni mal favoriscono la maturazione di un senso di appartenenza, infatti molti giocatori nella prossima estate saluteranno la maglia rossoblù, lasciando che altri si rimbocchino le maniche per riportare il Cagliari dove merita. Husbauer cercato invano per tutta l’estate come il giocatore capace di fare il salto di qualità, è arrivato solo a Gennaio per poi risultare non all’altezza del calcio italiano.

L’esonero di Zeman aveva inculcato la convinzione che il Cagliari avrebbe lottato per non retrocedere, inspiegabile quindi risultata la scelta di Gianfranco Zola, si beniamino del pubblico da giocatore, ma ancora acerbo nei panni di allenatore.

Nel momento della scelta del tecnico d’Oliena infatti, risultavano ancora liberi allenatori navigati e abituati alle sabbie mobili della zona retrocessione come Reja, Cosmi e Delio Rossi.

Alla fine della giostra chissà quanti ti questi dubbi verranno spiegati, ciò che appare prioritario sta nel fatto che servano di lezione e da monito per il futuro prossimo.

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