Il sogno di tutti i bambini amanti del pallone rotondo è giocare un giorno in serie A. Quasi banale a dirsi, ma è la realtà. Werther Carboni, portiere della Primavera guidata da Pusceddu, lo insegue da tempo.
Classe 1996, già nel giro della prima squadra dalla scorsa stagione, ha collezionato diverse convocazioni nel massimo campionato italiano con il Cagliari. Senza tuttavia mai esordire.
Werther, fresco 19enne, è stato uno dei protagonisti di maggior rilievo in questa stagione con la Primavera (di cui è anche il capitano), attirando l’attenzione di diversi club, sia in Italia che all’estero. Estremo difensore completo da tutti i punti di vista, con una dote che solo in pochi possiedono: essere una saracinesca sui calci di rigore. Quasi impossibile superarlo dagli undici metri: in questa stagione sono stati ben 3 i tiri dal dischetto neutralizzati sui 4, non male come media. L’ultimo in ordine cronologico è quello contro il Chievo Verona; gli altri, invece, con Cittadella e Virtus Lanciano.
Tre giornate al termine di questa annata da dimenticare per il Cagliari che, ormai, si appresta a vivere il ritorno in serie B ad undici anni di distanza. Per la squadra di Gianluca Festa il campionato non ha più nulla da chiedere: perché dunque non puntare proprio su Carboni? Alla scadenza del prestito secco, Brkic farà ritorno all’Udinese, mentre Cragno potrebbe essere ceduto in prestito. Con il solo Colombi forse certo di un posto tra i numeri uno rossoblù per il prossimo anno.
In prospettiva, per la prossima stagione, senza sperperare denaro a destra e a manca, si potrebbe proprio offrire una chance all’ex Latte Dolce, che milita nelle trafile del settore giovanile del Cagliari da cinque primavere. Una scommessa?
Si, certamente. Ma un’opportunità non si nega a nessuno, soprattutto ad un promettente ragazzo di 184 cm che balza da un palo all’altro e che, a vista di tutti, può veramente fare al caso della società di Tommaso Giulini.
E allora, caro Werther, magari avrai la tua grande occasione.
Te la meriti, stanne certo. Dopotutto, come recita Ligabue, “sono sempre i sogni a fare la realtà…”.