4 partite, 7 punti. E se Sau non avesse sprecato una ghiotta occasione a Torino nel recupero sarebbero 9. Se si conducesse un campionato con una media del genere si conquisterebbe una salvezza facilmente, anche qualcosa in più. Gianluca Festa è riuscito con i risultati a prolungare le speranze dei rossoblù, tuttavia spente, anche se la matematica dice che ancora manca un punto, dalla vittoria dell’Atalanta in quel di Palermo.
Sia chiaro, pure Gianfranco Zola appena arrivato a Cagliari era riuscito ad ottenere 7 punti in 4 gare, frutto dei successi ai danni di Cesena e Sassuolo, del pareggio a Udine e del pesante ko di Palermo (anche se dopo l’exploit era arrivato appena 1 punto in 6 match). Ma la venuta di Festa ha generato un radicale cambiamento di mentalità per la compagine sarda, capace di liberarsi di un pesante fardello e allontanare le paure con le quali cominciava qualsiasi gara.
La domanda, quasi banale, sorge spontanea: “Che sarebbe stato se l’ex difensore rossoblù fosse arrivato appena dopo l’esonero di Zola, piuttosto che puntare ad un Zeman-bis?”.
Probabilmente non ci sarebbe stato un digiuno di punti. Ma le risposte non è dato saperle, ed è maledettamente tardi.
Ora non ci resta che prendere atto del disastroso campionato del Cagliari, cominciando a programmare il futuro in serie cadetta, consapevoli tuttavia che più, molto di più, sarebbe potuto essere fatto.
Con Gianluca Festa in panchina, ovviamente.