Alla fine si vince così. Non serve produrre dieci palle gol a partita e colpire pali e traverse. Non conta dominare nel possesso palla e sfiorare la rete. Alla fine conta segnare, e per segnare serve la concretezza, il cinismo, la capacità di punire l'avversario alla prima disattenzione, al primo segno di cedimento o alla prima svista.
Contro il Parma il Cagliari non ha sprecato, come invece è successo tante, troppe volte in questa stagione. Ha saputo buttarla dentro senza se e senza ma, sin dal primo momento in cui ha avuto la possibilità di farlo.
Ha sbloccato il punteggio alla prima occasione a disposizione, quando Ekdal si è trovato al centro dell'area con la porta spalancata di fronte a sé. Forse in un'altra partita la palla si sarebbe stampata sulla traversa, ma ieri, come raramente è successo quest'anno, tutto è andato per il verso giusto, è quel pallone ha gonfiato la rete.
Anche Farias, alla seconda palla-gol del match, ha timbrato il cartellino, proprio lui che spesso era stato criticato per i troppi errori sotto porta. Insomma, il rapporto tiri-realizzazione è stata piuttosto elevata, considerando il 4-0 finale con meno tiri in porta effettuati rispetto al Parma.
Il motivo è semplice, per una volta il Cagliari è stato concreto, ha punito. Ci si salva così, ma forse ci si sarebbe dovuti accorgere prima di questo dettaglio.