La missione del duo Festa-Suazo è molto più importante di quanto potrebbe sembrare per via della classifica disperata.
Bisogna prima di tutto liberare la mente dei calciatori da tutto lo stress accumulato in questa stagione sfortunata, semplificare il loro compito alleggerendoli dall’assillo di teorie tattiche che i fatti hanno dimostrato essere troppo snervanti da applicare, convincere la truppa che si può dare comunque un senso a questo finale di campionato. Fatto tutto questo, liberate mente e gambe dalle tossine, si potrà giocare con serenità e leggerezza d’animo e provare a vincere qualche partita.
Vincere, sì, perché è bello riassaporare quel dolce gusto che dà battere l’avversario, rivedere i tifosi non diciamo gioire ma almeno sorridere, guardare nella classifica la colonna delle vittorie con un numero più elevato.
Dà orgoglio di sé totalizzare più punti possibili e terminare la stagione ritornando ad essere una squadra “normale”, che si toglie di dosso quel fastidioso marchio di eterna perdente.
Tutto questo, se avverrà, è un rigenerante morale che non ha prezzo. Non c’è più nessun obbligo adesso.
Non bisogna per forza giocare con l’ansia di applicare teorie che appesantiscono la mente, non c’è più l’imperativo categorico di giocare dando spettacolo, né bisogna vincere a tutti i costi per la classifica. Bisogna giocare e tentare di vincere per il gusto di farlo.
Sia chi resterà per la lunga guerra fatta di 42 battaglie (purtroppo questa è la B) alla conquista del paradiso perduto, sia chi deciderà di partire verso altri lidi, ha tutto da guadagnare nell’affrontare alla morte queste ultime sette gare.
Chi sposerà la causa della riscossa, che tutti ci auguriamo sarà già a buon punto tra un anno di questi tempi, è importante che termini la stagione da vincente per ricominciare la prossima con spirito battagliero e fiducioso. Chi invece partirà, oltre che dare l’anima per i tifosi che continueranno ad andare a vederlo (non conta il numero di coloro che ancora andranno al S.Elia di qui alla fine), sarà incentivato a prestazioni vincenti se non altro per far lievitare il proprio valore e, quindi, i futuri emolumenti.
Se Festa e Suazo, che di personalità ne hanno da vendere, sapranno rigenerare la squadra sotto il profilo più che altro morale, dello stato d’animo, allora questo finale avrà un senso che andrà ben al di là dei freddi numeri.
Certo, poi se S. Efis farà il miracolo, andremo tutti in adorazione per un’estate intera. Perché, diciamocelo, la rosa di questa squadra non può essere la penultima del campionato.