Quasi una forma incontrollata di masochismo. Il Cagliari, da inizio stagione, ci ha preso gusto a farsi male da solo. Errori pacchiani, risultati sfumati all'ultimo respiro e vagonate di palle gol non sfruttate (per poi essere inevitabilmente puniti) hanno determinato una posizione di classifica a dir poco preoccupante.
Analizzando gli incontri di questa squadra si può notare come i gol subiti siano arrivati o in apertura o in zona Cesarini e come diversi gol dei rossoblù siano risultati del tutto inutili. Proviamo a riavvolgere il nastro e andare a vedere i gol subiti nelle ultime gare. L'ultima, la più viva nella mente dei tifosi rossoblù, è quella della settimana scorsa contro l'Empoli, quel pareggio in extremis causato da un'uscita senza senso dell'eroe Brkic, dopo una partita dominata per lunghi tratti dai sardi.
Si può lasciar perder il match con la Samp, praticamente non giocato dal club isolano, e si può passare direttamente alla gara col Verona: gol in avvio di Luca Toni e gara inevitabilmente condizionata; poi raddoppio scaligero e gol della bandiera di Conti.
Copione simile nel match precedente con l'Inter. In quel caso il vantaggio nerazzurro era arrivato un po' dopo, poi il 2-0 ed il gol inutile di Longo. Prima ancora Cagliari-Roma, con in mezzo il positivo pareggio a Torino. Anche con i giallorossi, due gol della Roma ( il primo con un banale schema da calcio d'angolo mal difeso dalla difesa rossoblù) e, ancora una volta, rete a chance finite di M'Poku.
Tornando ancora indietro abbiamo la gara con l'Atalanta, fondamentale ai fini della salvezza e buttata alle ortiche lasciando Pinilla solo in mezzo all'area libero di fare il fenomeno. Ovviamente all'ultimo minuto, perché sennò che gusto ci sarebbe?
Il discorso potrebbe essere esteso a tantissime gare di quest'anno in cui, mettici la sfortuna, mettici i (pochi) meriti degli avversari, il Cagliari rischia la retrocessione. Vuoi vedere che qualche colpa ce l'hanno anche i sardi? La voglia di farsi male da soli non è mai troppa, almeno sino ad oggi.