Quando arrivasti in sala stampa, nel giorno della presentazione ufficiale lo scorso 29 dicembre, dicesti a un altro giornalista che sorrideva: “Ridi, ridi, che poi vediamo se tra qualche settimana ci sarà ancora da ridere!”.
In cuor tuo ben sapevi che la missione sarebbe stata proibitiva, ma ci credevi. Pensavi di poter risolvere i problemi del Cagliari, del “tuo” Cagliari, quello che undici anni prima avevi contribuito a riportare in Serie A e mantenuto nella categoria con una stagione da protagonista, prima del ritiro dal calcio giocato. Avevi accettato la proposta di sedere sulla panchina rossoblù perché avevi ascoltato il cuore, mettendo da parte le paure e i moniti di familiari, amici e addetti ai lavori.
Ma non ce l’hai fatta. Il misero bottino di appena un punto nelle ultime sei gare è stato fatale. Hai conosciuto la contestazione del Sant’Elia, fino a quel momento mai vista. Hai reagito, accettando i dissapori ma rimproverando il coro “andate a lavorare”. Hai cercato il modulo ideale per far giocare la squadra nella giusta maniera, ma la confusione ha prevalso su tutto. Eppure, dopo il 5-0 di Palermo, con le vittorie contro Cesena e Sassuolo e il pareggio di Udine sembrava che gran parte dei mali fosse passata. Non è stato così.
D’altronde, tentare di aggiustare un giocattolo mal funzionante non era affatto impresa semplice. Solo uno, l’allenatore capace di rimettere in moto gli ingranaggi, è stato richiamato: Zdenek Zeman avrà il compito quasi impossibile di salvare la compagine sarda.
Ieri l’ufficialità dell’esonero, del quale eri già stato informato dalla dirigenza. Un colpo al cuore, una sconfitta e il rischio di esserti “bruciato” in Italia.
Ma i tifosi, quelli affezionati, sanno comprendere tutto quello che hai dato per questa maglia, da giocatore e da tecnico, perdonando le ultime infelici apparizioni. Non riusciranno infatti a dimenticarti facilmente. Perché tu, caro Gianfranco, sei e resterai un simbolo della nostra terra, un sardo vero che è riuscito con la professionalità, la dedizione, il rispetto e l’umiltà a farsi conoscere e apprezzare anche oltre i confini nazionali.
Magic Box, stavolta non sei riuscito a compiere il “miracolo”, ma stai certo che le occasioni per il riscatto non mancheranno.
Con sincero affetto, in bocca al lupo per il prosieguo di una carriera ricca di soddisfazioni.