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Che la panchina non offuschi l'uomo e il campione

Ricordiamo Zola come colui che riportò il Cagliari in A e non in B

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Zola è sempre stato associato ai colori rossoblù come colui che è stato capace di riportare il Cagliari in serie A. Ora rischia di diventare l’allenatore che non è riuscito a mantenere la categoria.

Il tecnico di Oliena, dopo il mercato invernale, ha avuto a disposizione una squadra obbiettivamente modesta, ma comunque migliore rispetto a quella messa a disposizione del suo predecessore.

Un allenatore, Zola, con poca esperienza in generale e nessuna in Italia è stata la mossa che ha convinto uno spogliatoio a remare compatto e unito, non perdendo mai occasione di sottolineare come il nuovo tecnico infondesse tranquillità e favorisse un clima migliore all’interno della squadra.
Dopo la scoppola di Palermo, le prime vittorie condite da un gioco accorto avevano fatto ben sperare che le doti “magiche” di Zola esistessero, oltre che nei suoi piedi, anche nello gestire la squadra.

Un’illusione svanita nel giro di poche partite, capace di esasperare anche i tifosi più pacati, stanchi di una squadra impalpabile come non la si vedeva da tempo.
Attribuire responsabilità eccessive all’allenatore di turno e nella fattispecie a Gianfranco Zola è ingeneroso e manca d’obiettività.

Con questa squadra a disposizione, frutto di un mix tra giocatori a fine carriera ed esordienti di belle speranze, chi avrebbe saputo e potuto fare meglio?
Zola non merita di essere citato nella storia del Cagliari anche in questo presente da incubo, indipendentemente da quelle che saranno le decisioni e le azioni societarie future.

Zola con tutti i suoi evidenti limiti da allenatore, deve senza se e senza ma, esser ricordato come colui che dopo anni di purgatorio ha riportato il Cagliari in paradiso.

Una bandiera, un grande uomo, un pezzo di storia rossoblù e un patrimonio della Sardegna.

Rispetto per Gianfranco Zola.

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