Nove partite e una sola certezza, purtroppo negativa, il Cagliari subisce sempre almeno una rete. Incapace di concretizzare le occasioni da rete che riesce comunque a creare, vede puntualmente mortificare i propri sforzi dalla puntualità dell’attacco avversario nel violare la rete rossoblù.
Non bastano un Brkic in più, un modulo più compatto e l’arrivo di interpreti più esperti. La formula difensiva cambia continuamente, così come i protagonisti: Benedetti titolare il giorno prima di finire a Bari, Capuano, Ceppitelli e Diakitè che si alternano, infine centrali adattati al ruolo di terzino vedi Gonzalez o un mediano in netta confusione incapace di difendere e di proporsi con costrutto sulla fascia.
Il tutto condito dalla crisi senza fine di Avelar e di un Murru non pronto per sfruttare la chance che si prospetta. Il solo Rossettini schierato continuamente per tutto il campionato, nelle ultime uscite ha iniziato a manifestare delle carenze che sembrano figlie della confusione che regna all’interno dello spogliatoio e non di una mancanza di condizione.
Persino Zeman, unanimemente additato come una sciagura per i reparti arretrati era riuscito a garantire l’inviolabilità della propria porta per due partite, pur potendo contare su una difesa che annoverava un portiere si scelto dal proprio presidente, ma ancora acerbo per la categoria.
La prossima trasferta in terra ligure vedrà la difesa rossoblù fronteggiare i vari Eto’o, Muriel, Okaka e Eder, non certo avversari adatti per ritrovare tranquillità tra le fila del reparto arretrato.
Dopo un buon inizio caratterizzato da risultati positivi e ritrovata serenità all’interno della squadra, il Cagliari ha le sembianze di un gelato all’equatore; Zola tuttavia avrà ancora una possibilità per salvare la sua panchina e ridare speranza ai propri tifosi. Registrare la difesa e rivitalizzare l’attacco sono obiettivi impellenti, perché le restanti partite sono 13, sufficienti se giocate con un piglio totalmente diverso da quello imperante, per garantire una salvezza che allo stato attuale si configura difficile se non impossibile.