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L'altalena di Cossu

Una stagione tra alti e bassi per il numero 7 rossoblù

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Sarebbe dovuto essere il suo anno. Andrea Cossu aveva iniziato alla grandissima questo campionato, mettendosi in luce, probabilmente, come il giocatore che aveva metabolizzato più efficacemente il gioco di Zeman: grandi partite, protagonista quasi sempre, l'impressione di poter essere insostituibile nello scacchiere del boemo, che continuavo a schierarlo da esterno, ruolo non suo, venendo ripagato a suon di prestazioni. Poi tutti sappiamo come sia andata a finire col mister di Praga.

Le cose a questo punto sono due: o racconto di come sarebbe potuta andare se fosse rimasto Zeman, e quindi attacco con il possibile rendimento del trequartista sardo, oppure parlo di come stiano le cose ora. Posto che non ho la sfera di cristallo e nessuno mi ha mai chiamato Genio della Lampada, mi limiterò a dire unicamente ciò che è reale e vero.

Da quando Sdengo è stato esonerato, Andrea ha vissuto una sorta di altalena: se prima era titolare indiscutibile ed inamovibile, con Zola è venuta meno questa certezza. Magic Box ha osato, relegando l'idolo della Nord in panchina e dando spazio a Joao Pedro ed Ekdal, entrambi nuovi nel ruolo di trequartisti.

Il Cagliari non ha demeritato, ma la situazione pressoché drammatica in classifica ha spinto il tecnico olianese a puntare forte sull'esperienza, sacrificando la freschezza di Joao Pedro in favore della maturità calcistica di Cossu. Anche domenica è probabile che il fantasista tascabile sia riproposto dal 1', magari al fianco di M'Poku.

Ci potrebbero essere maggiori motivazioni per lui contro il Verona, essendo un ex e chissà che non possa tornare a fare la differenza. Sempre viaggiando sull'altalena.

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