Un bimbo in procinto di entrare a Disneyland Paris: questo è ciò che sembra Adryan Oliveira Tavares da un paio di giorni a questa parte. Il suo luna park si chiama Asseminello, e per venirci a giocare ha dovuto affrontare un lungo viaggio. Magari nel tragitto si sarà pure addormentato e avrà sognato di segnare il suo primo gol in serie A, proprio come fanno i bambini.
La giovane promessa carioca è al settimo cielo: sogna ad occhi aperti, vuole sfondare in un campionato tra i più difficili del mondo. È entusiasta della nuova avventura, tanto da non resistere alla tentazione di pubblicare nei social network la foto dei biglietti aerei per l’Italia, così come gli adolescenti conservano qualsiasi scontrino o tagliandino della gita di terza media come ricordo.
Adryan sembra proprio un ragazzo puro e spontaneo, con tanta voglia di vivere e di far bene in questa nuova esperienza che lo attende. E fortissimo è sembrato il desiderio di venire a Cagliari. E lo testimoniano anche le parole utilizzate da Cellino per sganciare per la prima volta la bomba a dicembre, nella settimana che portava alla sfida col Napoli: il presidente rossoblù, come ricorderete, annunciò in prima persona che il ragazzo avrebbe voluto “venire subito in Sardegna, me gli ho chiesto di aspettare dopo la firma contrattuale”. Ecco: quello è stato il primo indizio di tutta la trepidazione che covava dentro di sé il giovane trequartista, di quanto non stesse nella pelle all’idea di intraprendere un’avventura così difficile ma allo stesso tempo così stimolante.
Ora lo attendono tante nuove sfide e mille difficoltà: il campionato italiano, si sa, è molto difficile, soprattutto per chi arriva da campionati non certo eccelsi dal punto di vista tattico come quello brasiliano.
Ma, a prescindere da come potrà rendere in questo primo scorcio di stagione, Adryan – ne siamo sicuri – ha già conquistato un trofeo importante: la stima e la simpatia dei tifosi rossoblù. Chiunque venga a Cagliari con un tale entusiasmo, d’altronde, non può che suscitare questo tipo di sensazioni.
Per cui: coraggio giovane campione, porta in campo tutto il tuo entusiasmo e – perché no – tutta la tua classe.
E se magari ai primi passaggi sbagliati dovessi sentire un po’ di scetticismo intorno a te, fregatene e vai avanti, perché a volte noi tifosi siamo un po’ cattivelli e non ci accontentiamo facilmente. In bocca al lupo!