Ritorna la nostra rubrica del mercoledì "Top Ten". Questa settimana abbiamo cercato i dieci capitani che hanno scritto la storia del Cagliari.

10. Mario Martiradonna: il primo capitano della storia del Cagliari di cui esistano fonti, quello della prima, storica promozione in Serie A. Non di certo un raffinato del pallone, ma si guadagna l'amore dei tifosi per la sua devozione alla causa rossoblù. Per descrivere l'Eroe della Curva Sud ci sono due citazioni davvero significative. Una è sua: "Se non sento la partita, sono nessuno. Se la sento, nessuno mi fa paura". Una riguarda ciò che dicevano di lui: "Mario è il meno impegnato con il successo ed il più impegnato con il mestiere".

9. Matteo Villa: arriva a Cagliari nel 1991 e ci resterà per dieci anni, diventandone capitano ed idolo della tifoseria negli ultimi cinque. In seguito all'avventura in Sardegna sceglierà la squadra meno apprezzata, il Napoli, che lo renderà quasi un traditore agli occhi del popolo rossoblù. Ma lui, brianzolo, non dimentica l'isola, la sua seconda terra. Ancora oggi ci pensa, tempo fa ha dichiarato: "Mi manca terribilmente".

8. Comunardo Niccolai: l'uomo degli autogol fu capitano del Cagliari nel triennio 1973-1976, il post Cera. Periodo di ridimensionamento per i rossoblù orfani di San Gigi da Leggiuno. Ma cinque anni di fascia al braccio non si scordano, specialmente se sei uno di quegli eroi che qualche anno prima portò la Sardegna sopra tutta l'Italia.

7. Diego Lopez: probabilmente se non si fosse mai seduto sulla panchina del Cagliari da allenatore tutti lo ricorderebbero diversamente. Ma anche questo fa parte del carattere di Diego: rischiare sempre. Del resto, quando sei lo straniero con più presenze nella storia del club te lo puoi anche permettere.

6. Gianfranco Zola: parli di allenatori, parli di miti che rischiano, ed eccolo qua, lupus in fabula. Ma perché stare a parlare di azzardi o di mister quando siamo davanti ad uno dei più grandi numeri 10 del calcio italiano? Arriva al Cagliari nel 2003 con un solo obiettivo: riportare la sua terra in serie A. Per lui fascia da capitano e chiavi del gioco della squadra, che riporta nella massima serie, poi conquista la salvezza ostentando una classe che, nonostante l'età, non vuole saperne di abbandonarlo.

5. Mario Brugnera: secondo giocatore con più presenze nella storia del club, gioca in qualsiasi ruolo, si fa amare da chiunque. Poteva far fare alla palla esattamente ciò che voleva lui. Una vita in rossoblù, resta in Sardegna anche dopo il suo ritiro.

4. Luigi Piras: nato a Selargius, provincia di Cagliari. Cresciuto nelle giovanili del Cagliari. Esordisce nel Cagliari. Matura nel Cagliari. Una sola maglia per questo bomber sardo sino ai tacchetti, capitano rossoblù dal 1982 al 1987. I suoi gol nella memoria di tutti i tifosi. Icona.

3. Gianfranco Matteoli: capitano a cavallo tra gli anni '80 e '90, giocatore di una classe superiore. La fascia è al suo braccio quando i sardi si qualificano in Coppa e anche quando l'anno dopo si renderanno protagonisti di una cavalcata che farà sognare per mesi un'isola intera.

2. Daniele Conti: "La mia nazionale è sempre stata al Cagliari. Sono troppo legato a questa maglia ed il resto non mi interessa". Ma ora state bene a sentire. 458 presenze con la maglia rossoblù, 15 anni da fedelissimo, cinque da capitano. E non ha ancora finito. Conti nella storia.

1. Pierluigi Cera: per far arrivare secondo in questa classifica non puoi essere normale, non puoi essere uno qualunque. Devi essere Cera, capitano della storica squadra che conquistò "lo scudetto", il primo di una provinciale. Quel tricolore resta, ancora oggi e per sempre, l'orgoglio di un'isola che non sarà mai solo una regione.

Una menzione speciale spetta a Riva, capitano ad honorem. Infatti, nonostante il Re della Sardegna sia probabilmente la più grande bandiera della storia del Cagliari col suo storico rifiuto alla Juventus, non ha mai indossato la fascia da capitano se non in occasioni particolari.

Questa è la nostra personale classifica. Voi siete d'accordo? Qual è la vostra?