Eh sì, il Cagliari tocca quota sette. Da Verona a Verona i rossoblù non hanno più perso una gara, e il numero dei peccati capitali è ora diventato quello della sequenza positiva senza sconfitte.
Punto dopo punto il Cagliari è arrivato fino all’ottavo posto (provvisorio) di domenica sera, prima di essere risucchiato fino al dodicesimo dalle vittorie contemporanee di Parma, Genoa, Lazio e Milan. È comunque una classifica che non dispiace affatto e dà l’idea delle potenzialità che potrebbe avere la rosa di mister Lopez senza tutti quei pareggi (ben nove, più di tutti in serie A), ma che accresce il rimpianto per quei due punti sfumati col rigore di Pinilla tirato in curva.
Un errore dal dischetto ci può stare e non è il caso di colpevolizzare il giocatore per aver tentato la “bomba” centrale piuttosto che il tiro piazzato. Il rammarico nasce solo da alcune considerazioni da farsi col senno di poi: la partita era bloccata e noiosa e lo scomposto intervento di Cesar appariva come un dolce regalo a una squadra incapace di tirare pericolosamente in porta una sola volta in novanta minuti. E i regali vanno accettati, non respinti.
L’altra considerazione è che quel rigorino più trovato che cercato, avrebbe interrotto due serie negative. La prima risale al campo veronese sponda Chievo, nel quale i rossoblù non hanno mai vinto. La seconda è squisitamente riferita all’attuale stagione, ancora a digiuno di vittorie esterne. Peccato.
Peccato perché quest’anno è proprio il rendimento da trasferta il tallone di Achille del Cagliari, che su nove partite ha racimolato solamente cinque pareggi (tre dei quali nelle ultime tre trasferte, sempre per 0-0), segnando appena quattro volte, per quello che è il peggior attacco esterno della serie A. Neppure il Catania, che ha perso tutte le nove volte che ha giocato fuori dal Massimino, ha segnato così poco.
Ormai col Cagliari sono rimaste solo – appunto – il Catania e la Lazio con il numero zero nella casellina delle vittorie esterne.
La cosa strana di tutto ciò è che una squadra che la stagione passata giocò gran parte del campionato in trasferta (esili triestini compresi) o a porte chiuse, sorprendendo per le numerose vittorie ottenute senza pubblico amico, da quando è tornata nella sua casa naturale (il Sant’Elia) ha smesso di saccheggiare le altrui dimore. Stranezze del calcio.