Ci sono vini che più passa il tempo e più diventano buoni, prodotti nostrani a volte dimenticati, che nelle occasioni che contano sanno dare un gusto diverso alle domeniche di festa.
Come un buon vino, anche Andrea Cossu ha deciso di conservarsi per offrirsi al banchetto preparato da Zeman. Non che fosse da buttare nelle annate passate, anzi il Cagliari e i suoi tifosi avevano già ammirato gesta tali da meritare la nazionale, ma il numero 7 rossoblù dimostra in campo che ogni età può regalare le sue gioie. Con l’arrivo di Zeman in tanti erano pronti a scommettere che per Cossu ci sarebbe stato un ruolo di rincalzo o poco più. Addirittura c’è chi lontano dai microfoni o dalle pagine dei quotidiani, affermava che il rinnovo di Cossu fosse più un'operazione “simpatia” della nuova dirigenza, intimorita dalla prospettiva di inimicarsi quella parte di tifoseria di cui Andrea non ha mai fatto mistero di appartenere con orgoglio.
La prova strepitosa al cospetto del Napoli di Benitez ha suggellato un inizio di stagione da incorniciare. Abnegazione tattica, spirito di sacrificio, esempio da seguire e leadership, le doti che Cossu ha messo a disposizione di una squadra, la cui maglia è una seconda pelle per il folletto isolano. Lo stupore nel vedere uno splendido 34enne guidare una formazione cambiata radicalmente a partire dalla società passando per l’allenatore, sino ad arrivare al modulo e alla mentalità nel rettangolo di gioco, sta lasciando il passo alla consapevolezza che in campo, se si vuole si può brillare tralasciando caratteristiche tecniche e carta d’identità.
Domenica al Sant’Elia arriva la Fiorentina di Montella; un buon bicchiere di vino rosso d’annata sarebbe l’ideale per gustarsi, dopo la prima vittoria casalinga, una bella bistecca alla fiorentina.