Ogni stagione tra le fila rossoblù è possibile trovare almeno un oggetto misterioso o quantomeno un giocatore che susciti vari interrogativi sul suo reale valore. Nel passato recente Larrivey per anni ha riscosso molteplici critiche quanto instancabili incoraggiamenti. Sulla stessa strada del “Bati” si sta incanalando Samuele Longo; seppur abbia per ora racimolato un millesimo delle occasioni concesse all’argentino nei svariati avvii stagionali, attorno alla punta scuola Inter aleggiano diversi dubbi, ma altrettante speranze.
Fortemente voluto da Zeman, ha collezionato oggettivamente sin’ora poche presenze, non riuscendo mai a partire nell’undici titolare. Eppure Samuele non perde occasione attraverso i social o davanti ai microfoni per sottolineare quanto bene si trovi a Cagliari e di come non si penta di aver scelto di lavorare con il tecnico boemo. Contro il Napoli potrebbe scoccare la sua ora, complice anche l’assenza per infortunio di Marco Sau. Nell’ultimo match casalingo contro i rossoblù genoani, nonostante l’errore clamoroso a seguito della respinta di Perin sul rigore di Avelar, Longo si è ben disimpegnato, dando un piccolo saggio di quali sono le sue qualità. Grande fisico, gioco aereo, la capacità indubbia di rappresentare un punto di riferimento offrendo sponde o inserimenti in profondità. L’unico rimprovero che potrebbe essere mosso al giovane attaccante sta nella troppa impazienza nel voler ben figurare, che obiettivamente lo fa essere poco lucido e a tratti troppo precipitoso.
Il poco utilizzo riservato sin’ora da Zeman non lo sta demoralizzando, ma allo stesso tempo sta facendo suonare le prime timide sirene di mercato, soprattutto in direzione Bologna. Perdere Longo senza neanche aver intuito le sue reali possibilità sarebbe un gran peccato; alla società, al tecnico e a Samuele in primis spetterà il compito di far ricredere tifosi e tutti coloro che ne invocano una prematura cessione. L’Inter ha fissato il prezzo per il contro riscatto dell’attaccante ad 8 milioni di euro alla fine del prossimo campionato. Solo dei visionari?