O li si ama o li si odia, con loro una via di mezzo non esiste. Stiamo parlando dei due “vecchietti” della serie A, Zdenek Zeman e Giampiero Ventura. Entrambi vanno per i settanta ed entrambi sono considerati dei veri e propri maestri di filosofia calcistica. Tanti giovani allenatori, che durante la loro carriera sono hanno avuto a che fare con loro, lo confermano: sono dei veri guru del calcio e chiunque abbia l’occasione di apprenderne i metodi non deve lasciarsela sfuggire (due su tutti: Eusebio di Francesco ha più volte detto di avere in Zeman il proprio modello ideale di allenatore e il neo CT della Nazionale Antonio Conte ha in passato ammesso di essersi ispirato al tecnico del Toro per le sue idee calcistiche).
Il tecnico ceco ha iniziato la sua carriera da allenatore nel lontano 1966 mentre il ligure ha cominciato esattamente dieci anni dopo: insieme collezionano la bellezza di circa duemila panchine. Se si pensa a questi due maestri vengono in mente due cose: la ricerca di un gioco divertente e votato all’attacco e la predilezione per i giovani talenti. Uno su tutti è Ciro Immobile, esploso a Pescara con Zeman e cresciuto con Ventura in quel di Torino, per poi partire verso i verdi pascoli tedeschi. Una differenza, sostanziale, è che il tecnico rossoblù è molto più rigido del suo collega, tatticamente parlando: se Ventura “cuce” il modulo a seconda della squadra che ha a disposizione, per Zeman il modulo è uno e uno soltanto, il 4-3-3. Anche ieri, in conferenza stampa, a chi gli chiedeva se aveva pensato a qualche modifica, ha risposto sorridendo che non esistono schemi in cui si possono mettere cinque uomini in avanti. L’ironia: altro punto in comune tra i due tecnici.
Infine un’ultima cosa simile tra questi due grandi personaggi è l’assoluta noncuranza delle gerarchie: se non ci credete chiedete a Rolando Bianchi, costretto a lasciare la città della Mole e la fascia di capitano granata perché con Ventura trovava poco spazio, e a Daniele De Rossi, idolo della tifoseria giallorossa ma scarsamente considerato dal tecnico boemo.
Cagliari – Torino è anche questo: non solo una sfida tra squadra, ma uno scontro tra due “filosofi”. Vedremo chi la spunterà.