Come se non bastasse la situazione in classifica di un Cagliari a sole due lunghezze dalla terzultima, anche il calendario gioca contro gli isolani. In Sardegna infatti (lunedì ore 20:45) arriva un Milan capolista e affamato di punti che, tradotto, suona tipo “non sembra proprio il turno favorevole per trovare una vittoria”.
Detto (e auspicato) che nel calcio tutto è possibile, pensare che in questo momento il Cagliari possa battere il Milan, è davvero faticoso. Più probabile invece, realisticamente parlando, che i rossoneri facciano i primi della classe, e portino via punti dalla Sardegna Arena. Che nell’ordine delle cose ci sta, eccome.
Così fosse, cioè la situazione più gravosa per Di Francesco e i suoi ragazzi, perdere la testa sarebbe davvero facile, ma da scongiurare per la tenuta mentale di tutta la squadra.
Dopo due mesi senza vittorie, inchiodati a 14 punti e con Torino e Parma nella “zona rossa” che con 3 punti ti scavalcano di una lunghezza, la psicosi di un Cagliari malmenato rischierebbe seriamente di essere il modus vivendi dell’intero girone di ritorno.
Si tratta di accettare la dura realtà, e saldamente con i piedi per terra, avere la pazienza necessaria per saper (se avvenisse), ingoiare il boccone amaro di un’altra giornata a vuoto col Milan, per poi andare a Genova e giocarsela alla morte contro un avversario più “su misura” per questo Cagliari incerottato e malconcio, almeno per ora.
Se il prezzo da pagare per risalire la china dovesse essere infatti perdere col Milan, necessaria sarà la pazienza di sopportare un un’altra settimana di passione per tutti, nessuno escluso. Società, squadra, mister e tifosi, senza isterismi o drammi più o meno collettivi.
Salvo poi, rispettosi ma pirati, andare a Genova e battere il grifone in trasferta per svoltare una stagione che, se presa per tempo, potrebbe sicuramente portare al Cagliari soddisfazioni sicuramente differenti.
Non cedere allo scoramento in questa fase, è dunque cruciale. Forse l’unica reale mossa da mettere in campo, al netto di tutto, mercato compreso, delusione, rabbia e imprecazioni varie.
Una sconfitta costa 3 punti, perdere l’autostima, costa molto di più. Non ci si rialza fino alla fine.
Se il progetto con Di Francesco deve continuare dunque, che si prosegua. Ma crocifiggerlo nel post Cagliari-Milan (se andrà male) sarà una reazione tanto sbagliata quanto inutile. Comprensibile, certo, ma dannosa per tutti.
Poi ovviamente, al cuor non si comanda e ognuno è libero di criticare tecnico e giocatori o cercare di capire il perché (come se vi fosse bisogno) contro le grandi di solito si perde troppo spesso.