In una stagione anomala come questa, perennemente minacciata dal COVID-19 e con gli infortuni sempre dietro l’angolo a causa degli impegni piuttosto ravvicinati, avere in rosa 3 centravanti importanti dotati di caratteristiche diverse è un lusso che non molte squadre possono permettersi.
Il Cagliari invece, con Simeone, Pavoletti e l’Alberto Cerri delle ultime settimane, si ritrova un’inaspettata abbondanza nel reparto punte che a prima vista potrebbe sembrare un problema (si gioca in 11 e in questo modulo non possono essere schierate insieme se non in casi eccezionali) ma che in realtà rappresenta un vantaggio non da poco per Di Francesco.
Su Simeone e Pavoletti si è già ampiamente discusso: sono due giocatori molto diversi, entrambi di ottimo livello, il primo più bravo a dare profondità alla squadra, il secondo letale su cross e palle inattive. L’argentino maggiormente dinamico, l’italiano più forte fisicamente. Tutti e due sono risorse utilissime per il Cagliari che potrà beneficiare delle loro caratteristiche alternandoli a seconda dei periodi di forma e delle situazioni di gioco.
Alberto Cerri entra in questa staffetta un po’ a sorpresa visti anche i suoi recenti trascorsi in prestito, ma anche con pieno merito. L’attaccante sceso in campo nelle ultime giornate, soprattutto in Coppa Italia contro il Verona, sembra un lontano parente del Cerri “ammirato” per diverso tempo a Cagliari. E i rossoblù parrebbero fare affidamento su questa improvvisa e tanto attesa vena positiva del ragazzo. Anche perché Cerri possiede caratteristiche uniche: fisicamente imponente, non meno di Pavoletti, ma dotato anche di una tecnica personale migliore dell’ex Napoli che gli permette di dialogare efficacemente con i compagni. Tutte doti che qualche anno fa gli erano valse l’etichetta di potenziale crack e che poi, purtroppo come spesso succede, sono diventate un peso.
Oggi invece Cerri ha ritrovato fiducia, sembra rinato e insieme a Pavoletti e Simeone proverà a regalare al Cagliari qualche soddisfazione in più in campionato, almeno in attesa di poter competere per qualcosa di più della semplice salvezza tranquilla.