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Tempi stretti, poche amichevoli: il precampionato ai tempi del Covid

Cosa cambia e perché, se durante il ritiro le gare contro altre squadre non sono numerose

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Che il nuovo Cagliari targato Di Francesco sia ancora un cantiere aperto è un dato di fatto. Che lo sia in un anno molto particolare è un'evidenza altrettanto marcata.

Perché se nel calcio prima del Covid, i tempi e i modi del pre-campionato erano totalmente diversi, quelli della stagione appena iniziata mostrano tutte le differenze del caso. Sia col passato, e sia in aspetti non certo banali per una squadra che, come il Cagliari, “deve ancora prendere forma”.

E' il caso, ad esempio, del numero ridotto di amichevoli. A 13 giorni dal fischio d'inizio del campionato infatti, il Cagliari si trova ad aver disputato solamente la gara contro con l'Olbia e ad avere in programma quella contro la Roma (il 12 settembre) alla Sardegna Arena.

Questo (probabilmente) sarà il totale delle uscite contro altre compagini durante questo ritiro.

Un numero sicuramente esiguo se rapportato ad altre stagioni e nella fattispecie ad un gruppo come quello isolano, che avrebbe bisogno di ben altro rodaggio per entrare negli schemi di mister Di Francesco.

Ma i tempi sono stretti, i protocolli pure, e logistica e spostamenti centellinati al minimo per evitare rischi di contagi da Covid, con ciò che malauguratamente potrebbe derivarne.

A farne le spese il lavoro sul campo e la possibilità di allenare fisico e testa ai movimenti imposti dal 4-3-3, oltre alla carenza di ritmo gara e alle sincronie del gioco, che solo contro un'altra squadra è possibile interiorizzare a dovere, perché vi è comunque presente una dose non trascurabile di agonismo, nonostante si giochi in amichevole.

Le sgambate “in famiglia” infatti, se pur funzionali alla didattica pura rispetto all'intento tattico del mister, mancano della componente (allenante) di ben figurare e tenerci alla vittoria, che solo contro “veri avversari” un allenatore può ottenere e migliorare.

Questione di psicologia, di approccio e attitudine allo sport che qualsiasi tecnico conosce.

Ma non per questo pre-campionato, a quanto pare. Dove in casa Cagliari servirà ovviare a queste carenze adattandosi al contingente e diventando presto squadra e con poche possibilità di confronto.

Certo una bella sfida.

Aggiungendo poi, il fatto del mercato ancora non chiuso, e una rosa che al completo non si è ancora allenata, alla prima contro il Sassuolo sarà un banco di prova sia tecnico-tattico che di tenuta mentale non certo facile.

Considerando appunto, che gli automatismi e le sincronie necessitano di più tempo, il pericolo possibile all'esordio è una squadra ancora non del tutto amalgamata e giocatori non pienamente dentro la parte richiesta dal mister.

Salvo poi, assistere al contrario, ad un collettivo carico e motivato a superare le avversità e lasciarsi il pre-campionato alle spalle come l'ultimo degli ostacoli che il Covid (per forza di cose) ha riservato a gran parte della serie A, Cagliari compreso.  

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