Identitario. Aggettivo che è diventato il leit-motiv della neo-gestione Giulini. E il Cagliari in giro per l’Isola è lo spot più bello della rinnovata sintonia con la tifoseria. Oltre cinquemila persone a gremire gli spalti, a dimostrazione di come la compagine rossoblù sia un caso unico di squadra capace di rappresentare un’intera regione. Alle diciassette, un’ora e mezza prima dell’inizio della partita, lo stadio “Tharros” è già colmo, e fuori l’entusiasmo straripa, con decine di ragazzini assiepati al di là delle ringhiere ad attendere l’arrivo della comitiva. Il primo a scendere dal pullman è Cossu, accolto da scroscianti applausi. Dopo di lui è la volta del beniamino di zona, Marco Sau, e il boato a lui riservato non è da meno rispetto a quello del compagno. C’è chi invoca Conti e Ibarbo, ma il capitano e il colombiano non sono della spedizione. Alle diciotto giungono in tribuna stampa le formazioni ufficiali, e il trio offensivo tutto indigeno Sau-Cossu-Loi è accolto favorevolmente dal pubblico. Scendono in campo le squadre per la fase di riscaldamento, e si comincia a prendere confidenza coi volti nuovi, facendosi aiutare da chi era presente a Sappada, che fa da “cicerone” per indicare alcune delle facce ai più ancora poco note. Quando Loi deposita la palla in rete lo stadio è in trepidazione, gioia raddoppiata dalla marcatura di un beniamino locale. Il tifo organizzato è presente ma senza insegne e senza cori a rivendicare l’appartenenza. Sono tuttavia riconoscibili alcune bandiere tradizionalmente sventolanti nella Curva Nord del “Sant’Elia”. Quando i palloni terminano da quelle parti, faticano a tornare indietro, tanto che a più riprese diventa quello il fulcro dell’interesse, con tutti a girarsi curiosi per capire cosa stia avvenendo. Poco più a destra, prendono posizione i “Cagliari Club”: apre lo striscione del centro di coordinamento, affiancato da uno stendardo raffigurante una caricatura di Conti accompagnata dalla scritta “Grazie capitano”, a seguire gli striscioni del gruppo della Toscana e di quello che gioca in casa, “Oristano Rossoblù”. Presenti anche rappresentanti dei gruppi dell’Abruzzo e del nuovo club recentemente sorto in Liguria. Al triplice fischio è caccia a foto e autografi, con i sardi e mister Zeman a essere maggiormente presi d’assalto. Ormai all’imbrunire, la “Tharros” via via si svuota, dopo aver anche quest’anno inaugurato la prima apparizione agonistica del Cagliari nella sua terra.