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Cagliari, una settimana in più di lavoro: come cambia (e si gestisce) la carica agonistica?

Sono due le ipotesi: calo di tensione o motivazioni ancora più forti?

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Partita rinviata, tutti a casa e testa alla Roma. E' questa la sintesi del pomeriggio di ieri al Bentegodi per i rossoblu che, reduci dal ritiro di Coccaglio, contro l'Hellas Verona non sono scesi in campo.

Maran e il suo staff avranno dunque una settimana di lavoro in più per poter affinare il prossimo assalto, questa volta alla Sardegna Arena. domenica alle 18:00 infatti arriva la Roma di Paulo Fonseca e se contro gli scaligeri il test non era dei più semplici, contro i giallorossi a caccia di punti Champions, non sarà certamente una passeggiata.

Ci si ri allena dunque. E senza aver potuto esprimere in campo la carica agonistica maturata durante il ritiro che, prolungato (di fatto) di altri sette giorni, restituisce alla squadra due possibili scenari in vista del prossimo match: calo di tensione o motivazioni ancora più forti?

Nel primo caso il pericolo sarebbe dissipare invano le energie ed arrivare paradossalmente scarichi, alla gara contro la Roma. Perdere la carica agonistica infatti, è una delle minacce più concrete quando il tempo per diluirla in allenamento si prolunga e gli stress mentali di partite così importanti cominciano a pesare ed incidere (spesso) anche sul temperamento del singolo giocatore.

La seconda opzione invece, cioè di trovare motivazioni ancora più forti, potrebbe essere rappresentata dalla spinta emotiva e inespressa che Verona ha lasciato ai rossoblu. La possibilità di scagliare tutto e in un'unica dose contro la Roma, sarebbe di una dirompenza devastante e  indomabile. Una sorta di sfogo collettivo, da concretizzarsi in tre punti, per lasciare il periodo critico alle spalle e riabbracciare uno stadio intero.

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