“Nuove distanze ci riavvicineranno” scriveva De Gregori in “Diamante, celebre brano musicato e cantato da Zucchero. Parole che risuonano, al momento, come l'attuale foto di gruppo del Cagliari. Una squadra in ritiro, lontana da tutti e da tutto, che cerca nell'intimità del lavoro di ricompattarsi e tornare in Sardegna a testa alta.
Poter ritrovare se stessi è tutto ciò che la trasferta di Verona possa offrire alla giornata numero venticinque di campionato. Accantonando per il momento velleità di classifica, o calcoli in tal senso, i rossoblu, prima di qualsiasi altro onere, hanno infatti quello di tornare ad essere - prima cosa su tutte - il “Cagliari del centenario”.
I ragazzi di Maran lo sanno, lo sa il mister ed il suo staff. Nel calcio le cose migliori le fai facilmente se ritrovi il sorriso. Lo stesso che da troppe gare manca agli isolani, così come i risultati, il coraggio, le occasioni da rete e la cattiveria del girone d'andata.
Se le partite precedenti contro Parma, Genoa e Napoli, erano infatti snodi fondamentali in chiave europea, ma di per se non del tutto campanelli d'allarme di una squadra in crisi, da quella del Bentegodi di domenica alle 15:00 passano due strade: potersi rimettere in un binario congruo rispetto alle aspettative stagionali, o mollare la presa cascando nell'anonimato di centro classifica.
Il salvabile, lo si può quindi ancora salvare. Ma prima c'è da battere l'Hellas. Non facile certo, ma sicuramente non impossibile. Servirà tanto cuore, gamba e grinta. La valenza dello scontro con gli scaligeri è quindi prima di tutto ripristinare la normalità, abbandonare il ritiro e lavorare in un clima sereno di ritrovata fiducia.
La stessa che fino alla fine del campionato potrebbe, se difesa sul campo, portare ad altri traguardi (ora sopiti) ma non ancora preclusi. Il momento più critico della stagione è dunque arrivato. Si tratta di riconoscerlo, saperlo affrontare e superare senza distrarsi.
Uno scossone positivo in termini di risultati - prima che sia troppo tardi - è quello che a gran voce chiedono i tifosi. La medicina migliore per momenti come questo e per una piazza intera.