Smaltita in parte la gioia irrefrenabile per il gol di Cerri, che si prenderà meritatamente le prime pagine dei quotidiani sportivi, bisogna analizzare cosa non è andato, perché di errori ce ne sono stati, nella pazzesca gara contro la Samp. Perché una gara del genere la riacciuffi per i capelli una volta su cento, ma le altre 99 è probabile che dopo il 3-1 del Quagliarella di turno perdi la bussola e tanti saluti alla remuntada.
Iniziamo dall'atteggiamento messo in campo. Il Cagliari non parte male, anzi, si affaccia più volte dalle parti di Audero, ma dopo il primo quarto d'ora si impantana nella densità blucerchiata e non riesce più a fare il suo gioco, ricorrendo ai tanto amati lanci lunghi della scorsa stagione, che non premiano. Anche lunedì sera, come nel match di Lecce, i rossoblu non sono costanti nella fluidità della manovra, ma si accendono a sprazzi, con qualche bella triangolazione sullo stretto ma nulla di più. Inoltre, rispetto alle scorse partite, è mancata una lucidità nelle giocate più semplici, con diversi appoggi elementari sbagliati e troppi palloni buttati in avanti senza una vera logica. Da migliorare.
Poi, si apre un capitolo Nandez. L'uruguagio in queste occasioni deve giocare. Maran è bravo a leggere la gara in corso e a vincerla nella ripresa con i cambi, ma Castro dal primo minuto al posto del numero 18 è stata obiettivamente una mossa sbagliata, andava messo il più forte in quella zona di campo, non ci sono santi. Il Pata può essere molto prezioso nel spaccare la partita da subentrato, ma Nandez ti dà una continuità e un'intensità che l'ex Chievo non ha.
Questa è poi la prima volta della stagione in cui il Cagliari subisce tre reti. La difesa isolana ha scricchiolato diverse volte, il gol di Ramirez e il secondo di Quagliarella erano evitabilissimi, troppa libertà lasciata ai due giocatori più pericolosi. Inoltre, troppi rigori causati. È il quinto stagionale contro la Sampdoria, fermo restando che quello di Cerri alla prima giornata contro il Brescia grida ancora vendetta, ma obiettivamente comunque troppi.
Va criticato anche l'inizio del secondo tempo, dove i sardi sono entrati molli e un po' spaesati. La Samp qui ha qualcosa da insegnare, perché se è vero che si è fatta rimontare di tre reti, è altrettanto vero che ha saputo leggere i frangenti della gara, perché ha saputo sfruttare i suoi momenti migliori, mentre i padroni di casa sono andati a fiammate ma senza riuscire ad affondare il colpo.
Questa volta il miracolo è avvenuto, ma guai a ricomettere questi errori contro un avversario più esperto, magari contro la Lazio tra due giornate, in uno scontro che può valere mezza stagione. Cagliari tutta si gode la festa, Cerri si è sbloccato, ma questo non deve oscurare la prestazione generale, che è stata da montagne russe, ma di certo non brillante.