Durante una stagione sportiva si susseguono dei momenti cruciali che ogni squadra dovrebbe provare a sfruttare per cercare di arrivare al massimo risultato possibile. Di solito questi momenti si traducono in campo in risultati difficili, prestigiosi, portati a casa con difficoltà magari dopo una prestazione sottotono contro avversari sulla carta inferiori.
Un tempo si diceva ad esempio, e forse ancora, che le vittorie “sporche”, a condimento ovviamente di un buon rendimento nelle altre partite, sono quelle che differenziano una buona squadra da una grande squadra. C’è chi la chiama mentalità, c’è chi la chiama abitudine. Il concetto ha certamente un senso, perché affonda nella convinzione che una formazione avvezza a vincere spesso e volentieri, prima o poi possa non riuscire a farlo per i motivi più disparati. Campi pesanti che limitano le capacità tecniche, squadre avversarie che si chiudono ad oltranza: chi viaggia in posizioni nobili della classifica sa che ogni giornata potrebbe nascondere un’insidia.
Il Cagliari di quest’anno è certamente, numeri alla mano (ma non solo), una buonissima squadra, capace di fare risultato in campi prestigiosi come Napoli, Bergamo e Roma, ben figurando anche dinanzi all’Inter schiacciasassi di Antonio Conte. Finora ha stupito tutti con un rendimento ben al di sopra delle aspettative, issandosi dopo 13 partite ben dentro la zona europea così come nemmeno il tifoso più ottimista avrebbe potuto immaginare a bocce ferme. Tuttavia il perfezionista trova sempre qualcosa da migliorare per aspirare ad un ulteriore salto di qualità: nel caso dei rossoblù quasi impeccabili di questa stagione, l'unica criticità sta (per ora) nelle partite contro le neopromosse o in generale contro squadre molto chiuse.
Contro il Brescia, con l’attenuante che era la prima giornata e molti nuovi giocatori dovevano ancora ambientarsi, è arrivata una sconfitta decisamente evitabile considerato il valore delle squadre sulla carta e per questo amara da digerire ancora oggi: “3 punti buttati via” direbbero i più severi.
Contro il Verona stesso discorso ma forse ancor più accentuato dal fatto che il pareggio dei veneti sia arrivato per un’ingenuità di un singolo e per un calo di attenzione generale nel finale che ha “vanificato” una prestazione più che discreta.
A Torino, sponda granata, invece i 3 punti non sono arrivati a causa della grande imprecisione che quel pomeriggio colpì gli attaccanti isolani, impedendogli di fatto di capitalizzare l’enorme mole di gioco creata dalla squadra. Va però detto che il Toro, squadra di buoni valori soprattutto difensivi, non è facile da colpire senza l'ausilio di giocate estremamente difficili che non sempre possono riuscire.
Infine Lecce, pomeriggio in cui si può dire di aver raggiunto l’apice delle recriminazioni: sopra 2-0 a pochi minuti dal termine di una partita resa durissima dalle condizioni del campo, due clamorose ingenuità hanno portato il Cagliari a chiudere in 9 uomini e infine a subire il pareggio beffardo dei salentini. Un risultato che non può che lasciare rabbia dentro ogni rossoblù più per come è maturato che per la sua stessa entità: se il Lecce avesse vinto nettamente 3-0 forse staremmo parlando di tutt'altro, potendo considerare la partita solamente come una giornata storta. Così invece non si può che considerare il tutto un gran peccato visto che sarebbe bastato un pizzico di lucidità in più per insaccare l’intera posta.
Detto questo, poco male. Si parla chiaramente di una sfumatura, un dettaglio, importante sì ma pur sempre un dettaglio, di tutto il complesso che è la meravigliosa stagione giocata fino ad oggi dal Cagliari di Maran. È chiaro che i rossoblù stanno affrontando un percorso di crescita, una crescita che li ha portati a sognare obiettivi ben diversi rispetto alla salvezza risicata inseguita negli ultimi anni. Il Cagliari non è ancora una grande squadra ma questo non significa che non possa diventarlo, come successo, ad esempio, all’Atalanta, ormai stabilmente in lotta per l’Europa. Se ci riuscirà questo lo potranno dire solo i risultati, l'unico indice di valutazione inossidabile del calcio.