Cosa possono avere in comune uno svedese, un belga e un argentino? Detto così poco o nulla, ma nel caso del Cagliari un filo che li unisce c'è, ed è la voglia di riscatto.
Olsen-Nainggolan-Simeone, il buono, il brutto e il cattivo, sono entrati a Cagliari dall'entrata secondaria, dopo essere stati snobbati dai loro rispettivi club, per motivi differenti. Qui, in Sardegna, hanno trovato terra fertile per rinascere, diventando ingranaggi decisivi per il nuovo giocattolo che è stato messo a disposizione di Rolando Maran durante l'estate.
Il Ninja è sbarcato ad Elmas portandosi dietro un entusiasmo senza precedenti, ma se in tutta l'Isola hanno gioito, a Milano, sponda nerazzurra, molti hanno festeggiato, soprattutto negli alti vertici della società, perchè si sono liberati di un caso spinoso per tutto il precampionato. Accolto all'inizio come una rockstar, non è riuscito a rispettare le aspettative della piazza, disputando una stagione altalenante, ma spedendo comunque la squadra di Spalletti in Champions con un gol all'Empoli nell'ultima giornata. Poi l'arrivo di Antonio Conte alla Pinetina e l'immediata emarginazione dal progetto Inter.
Il Ninja, ferito, ha scelto di tornare nel posto che l'ha reso grande per ricominciare da capo. Ci è voluto un po', ma dopo qualche esperimento da regista e diversi acciacchi ha finalmente trovato la condizione migliore e adesso è il leader tecnico di questo Cagliari. La prestazione totale contro la Fiorentina ne è la prova, e con un Radja così i rossoblu possono davvero non mettersi limiti.
Per Robin Olsen invece, il discorso è diverso. Il portierone svedese arriva in Sardegna con tante incognite sulla testa, dopo l'anno da incubo alla Roma, probabilmente il peggiore dal punto di vista professionale. Inoltre, la pressione è doppia perché c'è da sostituire Alessio Cragno, uno dei migliori portieri della Serie A. Ebbene, il numero 1 della Svezia supera le più rosee aspettative: da scolapasta a saracinesca nel giro di qualche settimana, se il Cagliari ha la terza miglior difesa del campionato il merito è soprattutto suo, che ha salvato il risultato più volte, specialmente contro Napoli e Roma, vendicandosi da ex. Un'intuizione della dirigenza che si è rivelata più che vincente, e ora la staffetta con Cragno è una cosa seria.
Nello stesso giorno di Olsen, è arrivato anche il Cholito Simeone dalla Fiorentina, un 9 sbiadito dai tempi di Genova e dal primo anno di Firenze, alla ricerca di una piazza che lo facesse sentire di nuovo al centro del sistema. Con la casacca dei quattro mori indossa il 99, come a voler ribadire il suo status da punta. Segna alla seconda presenza contro il Parma, poi contro Genoa, Bologna e infine, ironia della sorte, alla sua Viola, con un colpo di tacco. L'argentino ora è una delle armi di Maran, che gli fa fare pure il lavoro sporco in fase di non possesso, e lui lo svolge egregiamente.
Olsen-Nainggolan-Simeone, i tre in cerca di rivincita hanno trovato finalmente il loro habitat naturale, e i risultati si vedono. Animati dalla voglia di riscatto, volano insieme al Cagliari, rendendo felici i tifosi e diventando i protagonisti dei sogni dei loro ex dirigenti, che si chiedono sicuramente se non siano stati troppo precipitosi nel lasciarli andare.